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A “Bar Sicilia“, la rubrica de ilSicilia.it con Alberto Samonà e Maurizio Scaglione, oggi, domenica 15 dicembre 2019, per l’89ª puntata ha come ospite Carlo Calenda, europarlamentare e fondatore di “Azione“, il nuovo movimento che ha fatto la sua comparsa sulla scena politica da poche settimane.
“Siamo contro il governo Conte bis – spiega Calenda – perché questo governo nasce dal tradimento della parola data e nella vita la parola è la cosa fondamentale. Noi siamo moderati nei valori ma non nelle proposte. Per noi l’Italia ha tre problemi fondamentali: la sanità che sta letteralmente andando a pezzi, la scuola che è in una situazione difficilissima e gli investimenti, che sono l’unica cosa che può far ripartire l’economia”.
“Quando sono stato ministro – aggiunge – la prima cosa che ho fatto al Ministero dello sviluppo economico è stata chiamare Enrico Bondi, con il quale ho identificato dieci miliardi e mezzo di fondi non spesi e ne ho cancellati sette e mezzo. Questo ha consentito di realizzare un piano, chiamato “Impresa 4.0″, che ha fatto crescere gli investimenti del 30 per cento. Chi fa politica non deve promettere, ma fare cose concrete che siano in grado di fare ripartire il Paese”.
Alla domanda su quale sia lo scopo di “Azione“, Carlo Calenda spiega che vuole realizzare una forza che va dall’8 al 10 per cento, che possa diventare perno della politica italiana: “Azione nasce per ricostruire un centro della politica che oggi è assente. Oggi noi assistiamo allo spettacolo di un Paese chiamato a scegliere fra Grillo e Salvini e noi vogliamo essere alternativi a tutto questo. E poi ci sono altri che dicono cose simili a noi, come “Italia viva”. In questo caso il problema non è ciò che dice, ma ciò che fa: Renzi diceva mai un governo con i 5 Stelle e adesso lui e “Italia viva” stanno governando insieme a Grillo”.
E ancora: “Se si dovesse votare presto con un sistema elettorale proporzionale ci presenteremmo da soli. In tal caso vorremmo però uno sbarramento alto per evitare il proliferare di partitini. Se non si dovesse arrivare a fare una nuova legge e si dovesse votare con quella attuale, allora proveremo a costruire un’alleanza ampia, un fronte repubblicano che possa mettere insieme l’area liberal democratica, l’area socialdemocratica e l’area popolare“.
Uno sguardo anche alla Sicilia e ai fondi europei: “Per i piccoli imprenditori siciliani occorrerebbe attivare il credito d’imposta per ogni investimento. E per il credito d’imposta si possono usare i fondi europei. Il fatto è che in Europa i fondi ci sono ma vanno anche spesi. E’ assurdo che in Sicilia i fondi europei non siano spesi. In Sicilia non li spendete perchè il meccanismo è complicato: chi governa non gestisce perchè evidentemente non lo sa fare. Se dovessi decidere, prima di tutto commissarierei la Regione perchè non ha speso i fondi europei”.
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