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A Bar Sicilia Giuseppe Notarstefano, primo siciliano presidente dell’Azione Cattolica | VIDEO

domenica 11 Luglio 2021

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La puntata numero 165 di Bar Sicilia ha visto ospite del direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e del direttore editoriale Maurizio Scaglione il Presidente dell’Azione Cattolica Giuseppe Notarstefano, primo siciliano alla guida dell’associazione in Italia.

Notarstefano parla di quelle che sono le prime sensazioni per un ruolo di così alta responsabilità: “Indubbiamente mi dà una grandissima emozione, innanzitutto perché è una bella occasione di servizio per un’associazione che ha accompagnato la mia fase di crescita e di maturazione umana, anche perché ci troviamo in un momento molto importante per il nostro Paese, e inoltre il fatto di essere anche il primo siciliano implica una certa responsabilità“.

L’Azione Cattolica di oggi è fortemente attrattiva verso le giovani generazioni, come spiega Notarstefano: “L’Azione Cattolica del 2021 è molto giovane – afferma -. Siamo un’associazione presente in quasi tutto il territorio nazionale. Noi usiamo l’articolazione ecclesiastica, con ambiti sub-regionali, da Cortina d’Ampezzo Lampedusa: un po’ ovunque ci sono gruppi di Azione Cattolica che sono fatti da giovani, che non siamo noi a dover salvare, anzi. Sono loro che stanno salvando l’esperienza associativa“.

L’Azione Cattolica fa parte dell’Alleanza contro la povertà, un ‘contenitore’ di associazioni, esperti e tecnici che studia il fenomeno e le metodologie per contrastarlo. In particolare, uno degli oggetti di studio è il miglioramento del reddito di cittadinanza: “Il contrasto della povertà è il primo degli obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Passi avanti se ne sono fatti, la povertà assoluta nel mondo è diminuita. Però chiaramente crescono nuove forme di povertà e certamente la pandemia ci ha consegnato una situazione molto difficile. Allora attraverso questo lavoro che stiamo facendo insieme a una serie di esperti, studiosi e tante realtà che lavorano concretamente nei territori ci rendiamo conto che oggi il tema della povertà va trattato in diverse direzioni: una è il sostegno al reddito. Ecco il discorso sul reddito di cittadinanza, una misura problematica che deve però evolversi nella sua finalità specifica generale: una misura temporanea di sostegno al reddito tendente a far trovare il lavoro al beneficiario“.

L’Azione Cattolica da sempre si mette al servizio di tante categorie della popolazione, una di queste sono senza dubbio gli anziani, per i quali però, con il Covid e soprattutto durante il lockdown, si sono dovuti sostituire i servizi di prossimità o si è dovuto reinventarli: “E’ stata davvero una un periodo di grande shock – afferma Notarstefano – che ha messo alla prova tutta la nostra capacità di fare associazione, perché fare associazione significa lavorare sulle relazioni, progettare, fare eventi, iniziative. Ma abbiamo visto che l’associazione è forte, ha saputo resistere: ci siamo resi conto che la cosa più importante sono le relazioni tra le persone. E abbiamo visto che gli ‘adultissimi’, ci piace questa espressione, hanno usato le piattaforme telematiche come zoom, meet, e riuscivano a fare i loro incontri di formazione, i momenti di riflessione culturale o di riflessione spirituale. Alcuni si sono organizzati con i nipoti“, racconta il presidente dell’Azione Cattolica.

Notarstefano è docente di Statistica Economica alla Lumsa, da qui un commento tra il ‘tecnico’ e lo ‘spirituale’ sulla destinazione delle risorse del Recovery Fund: “Il PNRR è per la sua dimensione finanziaria uno strumento che potenzialmente potrebbe cambiare la struttura sociale del nostro Paese. Dobbiamo ringraziare il Presidente Draghi che è riuscito a portare nell’aula del parlamento una discussione di grande elaborazione. Ne è uscito un piano molto strutturato rispetto a come era partito, piano che infatti è stato apprezzato anche a livello europeo. Ora la questione non riguarda soltanto gli obiettivi sul piano della struttura, delle priorità, che teoricamente sono molto interessanti perché si parla di transizione ecologica, di transizione digitale, si parla di inclusione… ma dal mio punto di vista si tratta anche di pensare a come si agisce su quella visione di società più coesa, più attenta ai poveri, più capace di scommettere più sulle persone e sulle sulle buone relazioni tra loro“.

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