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E agguerritissima Eleonora Lo Curto, presidente del gruppo UDC all’Ars, ospite del direttore de ilSicilia.it Manlio Melluso e del direttore editoriale Maurizio Scaglione per la puntata numero 158 di Bar Sicilia. Tanti gli argomenti che l’onorevole Lo Curto ha toccato durante la trasmissione.
Si parte con la politica tout court: quale attrattività oggi può esercitare il centro? Questo l’argomento di esordio della trasmissione: “Siccome tutti ne parlano, è evidente una cosa: che c’è il bisogno di una politica centrista. Quindi, quale che sia l’orientamento, se ci si vuole andare più spostando a destra piuttosto che a sinistra, questo veramente mi appassiona molto poco. Quello che più mi sembra interessante oggi è che da ogni dove si parla del centro. Quindi significa che costituisce una forte attrazione sul piano politico. Abbiamo assistito al fallimento dell’urlo dell’antipolitica e al fallimento del bipolarismo. La risposta del centro è molto seria: contro i rottamatori, gli sfascimi e i grillismi“, afferma Lo Curto.
Il centro, dunque, forza attrattiva: per la destra e per la sinistra: “Da Fava a Musumeci, fino a Salvini, tutti guardano al centro e vorrebbero allearsi col centro. Gli appelli arrivano anche da Anthony Barbagallo del PD fino ad altri, per restare in casa nostra: e la Sicilia non è certo l’ultima delle Regioni, anzi, ha dimostrato di avere capacità di essere laboratorio e di farsi proposta anche a livello nazionale. E quello noi siamo: una proposta, un laboratorio di idee attorno cui l’attenzione è enorme“, dice ancora Lo Curto.
Entrando nel dettaglio, si parla di Udc, partito centrista per eccellenza e forza a cui Lo Curto ha aderito, da alcuni indicato con malizia come un ‘treno elettorale’ sul quale si sale per convenienza politica: “L’Udc è un partito serio – premette –, abbiamo dimostrato la nostra coerenza e la nostra lealtà. Lasciamo perdere il fatto che abbiamo perso qualche pezzo, siamo sempre fonte di attrazione. E non è solo un fatto elettorale, perché se così fosse avremmo fatto altre scelte e altre operazioni, anche nel periodo in cui abbiamo dovuto cambiare un assessore del governo regionale per incontro alle esigenze che ci sono state richieste dal nostro presidente, parlo della parità di genere… che è solo una stupidaggine, non perché io sia contro, figuriamoci, ma una donna sola in un contesto di uomini al governo non mi pare che sia, come dire, rappresentativa del principio di uguaglianza tra uomo e donna“.
Lo Curto risponde quindi a una ‘provocazione’ sulle sirene azzurre che Micciché avrebbe fatto suonare per accoglierla in Forza Italia: “Gianfranco mi conosce, sa quale serietà. Un domani non so, ma io sono stata eletta nella lista dell’ UDC che ritengo sia il mio partito, e non perché sono nata centrista. Io sono un tipo particolare, ho ragionato sempre con le mie idee, che sono state molto autonomiste. Sono stata fondatrice di un partito che oggi non c’è più, che era Nuova Sicilia, per rivendicare la nostra identità, e in forza di questa identità lotto per valorizzare lo statuto, poterlo concretizzare. Sono stata anche nell’Mpa, dove purtroppo le idee autonomiste sono state malamente governate. Dopo un lungo periodo di ricerca di ciò che di autonomia doveva realizzarsi all’interno di un progetto, nulla c’è stato“.
Una battuta Lo Curto la dedica ai lavori all’Ars che dopo l’ok alla Finanziaria non sono proseguiti in maniera esattamente spedita: “Non ve dubbio che c’è per ora un momento di stallo – ammette Lo Curto – Abbiamo la riforma dell’edilizia, che è stata oggetto di grande attenzione e oggetto di grande attesa da parte del mondo delle imprese: sono una sostenitrice del fatto che se riparte l’edilizia riparte l’economia in Sicilia e quindi sono perché si faccia presto questa legge, della quale sono anche il relatore. Però all’interno c’è un stato un lavoro che ancora non si è definitivamente configurato perché ci sono alcuni articoli su cui insiste come dire la divisione. C’è anche la legge sui rifiuti, poi, anche questa purtroppo divisiva“.
Dove Lo Curto si infiamma è quando si parla del Luglio Musicale Trapanese e sulla polemica con il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida: “È uno che non parla con nessuno il sindaco Tranchida – attacca la deputata regionale – Non parla con me ed è un conto, ma che non parli con nessuno è drammatico; che non si apra al dialogo per raccomandare ciò che è di interesse di tutti i trapanesi come il ente luglio trapanese è drammatico. L’Ente non è del sindaco di Trapani, ma di tutti i cittadini. E allora perché non doveva ricevere un finanziamento come la Foss, come il Teatro Massimo di Palermo, come il Bellini di Catania, come il Vittorio Emanuele di Messina? Io mi sono intestata questa battaglia e l’ho vinta. Quel che è peggio è che il sindaco parli ancora di raccomandazione, quando un sindaco che avesse telefonato a un deputato regionale, se lo avesse fatto, avrebbe fatto soltanto il suo dovere. Si trattava soltanto di una collaborazione tra istituzioni pubbliche del territorio“.
Parere positivo sull’azione del governo regionale e porte aperte anche alla ricandidatura di Musumeci alla carica di governatore: “Se noi lo sosteniamo, va da sé che trovi il mio consenso. Chiaramente, come tutto il mondo, in questo momento non può non avere risentito sul piano dell’azione dell’emergenza Covid. Anche noi siamo per riproporre l’esperienza Musumeci, non saremmo coerenti se giudicassimo negativamente il valore di questo governo“.
Infine, una riflessione sul probabile rientro di Ruggero Razza al timone dell’Assessorato regionale alla Sanità: “Io l’ho salutato con serenità quando ha fatto la scelta di lasciare il governo. Ho apprezzato molto questa scelta perché altrimenti avremmo avuto il tritacarne ogni giorno sul governo. Credo che il suo rientro possa essere una scelta che va nella giusta direzione“.