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Una evento speciale, e non poteva essere altrimenti, la puntata numero 150 di Bar Sicilia, durante la quale si sono sviscerati tutti gli argomenti relativi ai vaccini e alla campagna vaccinale in Sicilia. Ospiti del direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e del direttore editoriale Maurizio Scaglione, l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e il presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo Toti Amato.
Un primo quadro della campagna vaccinale in Sicilia lo dipinge l’assessore Razza: “Fa piacere vedere che la Sicilia sia tra le regioni italiane che stanno vaccinando di più – ha detto l’assessore – Eravamo abituati a essere sempre negli ultimi posti, ora stiamo cercando di fare del nostro meglio e io devo dire grazie alle centinaia di migliaia di cittadini siciliani che hanno prenotato la loro vaccinazione. Intanto una prima notizia: ad aprile assicurano dal governo nazionale che saranno consegnati più di seicentomila vaccini. Non è ancora la dotazione che noi ci attendiamo perché vorremmo che si superasse quantomeno Il milione di vaccini al mese per arrivare a vaccinare tutti attorno alla fine dell’estate, come ha proposto il presidente Musumeci, però la macchina è partita“.
Un lavoro, quello dell’Assessorato, svolto in stretta collaborazione con i medici, come conferma il presidente Amato: “In Sicilia c’è stata la massima disponibilità da parte dei medici e altrettanto da parte dell’assessorato. Oltretutto la collaborazione sarà ancora maggiormente intensificata quindi questo è sicuramente un fatto positivo“.
Per quel che concerne la campagna vaccinale siciliana, l’assessore Razza ha spiegato quali saranno le prossime iniziative della Regione per intensificare la somministrazione dei vaccini: “Abbiamo un fatto lungo lavoro con il generale Figliuolo, insieme al presidente Musumeci: abbiamo illustrato anche come intendiamo aumentare il numero dei centri di vaccinazione per arrivare a quella soglia che viene affidata alla Sicilia, che è di oltre 40 mila vaccini al giorno – ha spiegato Razza – Oggi siamo tra le regioni che vaccinano di più, attorno ai 21000 quotidiane. Il presidente Amato ha fatto riferimento al rapporto di collaborazione feconda che c’è anche con la medicina di base, che proprio in questi giorni ho ricevuto la prima disponibilità di vaccini. Immaginiamo di aumentare intanto tutte le sedi di vaccinazione, anche per allentare le file, non soltanto nei comuni capoluogo ma anche in hub più diffusi nel territorio della provincia, per tendenzialmente arrivare ad essere il doppio“.
Il Presidente Amato ha approfondito i termini dell’accordo con i medici di base, adesso in prima linea per la somministrazione dei vaccini: “I medici di base hanno dato la loro disponibilità fin dall’inizio della diffusione pandemica. È indubbio che sono necessari alcuni protocolli per definire come muoversi. Teniamo conto che somministrare i primi vaccini in dotazione non era semplice in quanto necessitano di essere conservati in un particolare frigo che praticamente nessuno dei medici di base può avere, visto che lavorano presso i loro studi. Ora, grazie al fatto che sono a disposizione dei vaccini per cui basta un frigorifero quasi standard, i medici di medicina generale sono pronti. Teniamo conto che vaccinare non è come dare un bicchiere d’acqua o una tazzina di caffè. Sono previsti dei passaggi preliminari: una buona anamnesi, per prevenire situazioni avverse che domani potrebbero capitare, e il consenso informato, in modo tale che medico e paziente possono concordare insieme il da farsi“.
Rispondendo a una domanda su quella minoranza di medici che non ha voluto sottoporsi alla vaccinazione, l’assessore Razza ha manifestato la sua personale posizione: “La vaccinazione avrebbe dovuto essere disposta come obbligatoria – ha detto – Perché l’attività di un medico che non ha contatti diretti con l’utente dovrebbe vedere la imposizione del vaccino, mentre un grande asset economico del paese dovrebbe essere lasciato alla libertà individuale? O la pubblica amministrazione? Se riteniamo che in questo momento c’è una pandemia che l’un effetto di paralizzare la vita sociale, sanitaria, economica, la risposta è che ci si vaccina tutti, come è successo già in passato rispetto ad altre pandemie“.
Razza non si sottrae al commento sulle code che si sono verificate agli hub vaccinali. Dopo aver ringraziato tutti gli operatori che hanno contribuito al raggiungimento dei risultati ottenuti nel corso della campagna di vaccinazione in Sicilia, Razza ha affermato: “Dopo quello che è successo con alcuni vaccini nella scelta del soggetto che può essere sottoposto alla vaccinazione, possiamo pensare che per fare scorrere un po’ più velocemente la fila non si faccia l’anamnesi? Mi pare folle – afferma Razza –. Poi dobbiamo dire a tutti di rispettare gli orari e di presentarsi con l’appuntamento; se si è accompagnatori e si ha il diritto alla vaccinazione, di richiederla; se in questa fase non si ha diritto alla vaccinazione, di aspettare il proprio turno“. E successivamente: “Però non vi nascondo che il mio terrore, dopo quello che è successo nelle scorse settimane, era un altro. Era vederli vuoti gli hub, era di vedere i cittadini impauriti“.
Dopo avere ricordato gli operatori sanitari – medici, infermieri, oss – caduti nella battaglia contro il Covid, Amato è tornato sui vaccini: “In Sicilia non ci sono tanti No vax“, ha affermato, proseguendo: “Il medico è un professionista che fa i propri ragionamenti, bisogna convincere, bisogna indicare una strada l’unico rimedio, oltre alla prevenzione con i dispositivi di sicurezza e le mascherine, è il vaccino, quindi questo deve essere accettato“.
Razza coglie l’occasione per illustrare ancora una volta le priorità e le modalità di somministrazione del vaccino alle diverse fasce di popolazione in Sicilia: “Tutti devono sentirsi presi in considerazione – afferma l’assessore – Noi dobbiamo però applicare alla lettera il piano nazionale dei vaccini perché, un po’ per eccesso di polemica, un po’ per resipiscenza operosa, è passata l’idea che le regioni non lo abbiano attuato integralmente. Non è esattamente così: non ci siamo inventati noi di fare prima alcune categorie. C’è stato prima un piano che diceva di fare alcune categorie di non procedere in ordine anagrafico e lo diceva perché un’autorità istituzionale che è l’Aifa, che aveva detto che il vaccino Astrazeneca si usa fino a 55 anni, dopo due settimane sono diventate 65, un’altra settimana si è diventato si usa per tutti. Quindi cambiamo il giorno dei vaccini questo lo dico perché male sentire alimentata la polemica“. Quindi la spiegazione dell’ordine di vaccinazione delle diverse fasce di popolazione che si sottopongono al vaccino: “Si parte dai cittadini con più di 80 anni. Di questi in Sicilia si sono prenotati circa 210 mila su un totale di 300 mila. Di quelli che si sono prenotati, l’86% ha ricevuto almeno la prima dose di Pfizer o Moderna. Immediatamente dopo, e coevi con la vaccinazione attuale, ci sono i soggetti estremamente vulnerabili: con patologie da esenzione, immunodepressi o con malattie rare. Successivamente abbiamo aperto alla popolazione della fascia di età tra i 69 e i 79 anni, che in Sicilia vuol dire 450 mila persone. Di questi 170 mila hanno già prenotato. Da Bar Sicilia invito chi ancora non ha prenotato a rivolgersi al proprio medico di medicina generale, a rivolgersi al nostro sito siciliacoronavirus.it o direttamente in piattaforma, inserire la propria tessera sanitaria e il proprio codice fiscale e scegliere nell’agenda vaccinale la data più vicina per sottoposti al vaccino“. Quindi l’annuncio in diretta: “A giorni il Presidente Amato sarà finalmente il coordinatore della Scuola specializzazione di medicina generale che insieme al Cefpas abbiamo rimesso in attività in un lavoro fecondo con gli ordini dei medici“.
Infine Amato non risparmia una battuta sul progetto di vaccinazione nelle parrocchie: “Ho già parlato con i presidenti degli altri ordini provinciali che hanno dato la massima disponibilità. Noi abbiamo elenchi di medici volontari pronti per fare vaccinazioni. Si devono solo organizzare le modalità“.