La Sicilia, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è uno scrigno prezioso che custodisce non solo bellissime città, ma anche piccoli e suggestivi borghi come “Gallodoro“, gioiello del messinese, in cui dal 13 al 15 dicembre si respira un’atmosfera festosa tra storia, tradizioni, folklore, degustazioni, artigianato, prodotti a Km 0, spettacoli e, soprattutto, i Mercatini di Natale con tutta la loro magia. Prima di calarci in questa tre giorni ricca di appuntamenti, facciamo una piccolissima panoramica storica su Gallodoro.
Gallodoro
La sua origine è antichissima e affonda le radici nell’età greca di cui è testimonianza un insediamento abitativo che, sito in prossimità delle contrade Margi e Sant’Anna, secondo la tradizione popolare, veniva chiamato Bocena. I ritrovamenti di monete, cocci di brocche e vasellame vario, oltre che di tombe, hanno fatto ipotizzare che il Borgo possa essere stato Kallipolis, che nella Repubblica di Platone è la città governata dai filosofi, nella realtà, invece, fondata dai calcidesi della vicina Naxos.
L’attuale Gallodoro, invece, risale al periodo medievale, quando si formò il primo nucleo abitativo attorno alla chiesa rurale di San Teodoro Martire che, ubicata in un luogo di passaggio tra la parte bassa e quella alta della cosiddetta Vallis Aurea, nome datole dai Romani da cui deriva, forse, il nome Gallodoro, divenne nel corso dei secoli il luogo di culto principe della piccola comunità rurale. Piano piano questo suggestivo paese assunse la forma di cavea di teatro, con le case addossate l’una all’altra tra scorci da mozzare il fiato per la bellezza paesaggistica.
E’ proprio questo scenario incantato che ospita i “Mercatini di Natale“, una romantica, suggestiva e secolare tradizione. Anche quest’anno il piccolo borgo si popolerà di bancarelle d’artigianato, prodotti culinari locali e tanti addobbi natalizi. Una tre giorni di bella condivisione, di immersione in una realtà calorosa in cui potere gustare salsiccia, cuzzole, ricotta e vin brulè. Oltre il buon cibo, potrete fare, anche, il tradizionale giro delle “Cannici “, fasci di canne secche infuocate nella parte finale che, portate in spalla dai gallodoresi, alla fine del giro vengono posizionate in piazza a creare un enorme falò. Questa tradizione di illuminare l’oscurità rimanda ai riti pagani legati al Solstizio d’Inverno che, prima della riforma del calendario da parte di papa Gregorio XIII, cadeva nel giorno dedicato a Santa Lucia, protettrice della vista e simbolo della luce di Dio che sconfigge le tenebre. Potrete approfittare di questo weekend, inoltre, per effettuare itinerari d’arte nelle chiese del centro storico, trovare regali specialissimi e rientrare soddisfatti di questa scoperta che vi resterà nel cuore. Andare per credere.