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A Naxos è corsa contro il tempo per salvare il depuratore. Gli esperti “Impianto a rischio”

giovedì 29 Dicembre 2016

Una compartecipazione economica degli enti preposti per consentire l’avvio immediato di un primo intervento necessario a mettere in sicurezza gli impianti del Consorzio Rete Fognante di Giardini Naxos dalle acque del fiume Alcantara. Una “colletta” per cominciare a mettere insieme le risorse: è questa la soluzione che si fa strada e si delinea all’orizzonte per iniziare ad affrontare la questione ambientale arrivata ormai ad un punto di non ritorno come dimostrato dalle recenti piogge. Il fiume si è portato ad un passo dal depuratore consortile che ha sede a Giardini, in contrada Pietre Nere, e avanza lentamente con la sua azione, minacciando di invadere il Consorzio e praticamente già entrando dentro la struttura dalla parte inferiore del muro di contenimento che separa il depuratore stesso dall’Alcantara. Per questo dopo le festività verrà convocata la conferenza dei servizi già ipotizzata nel recente sopralluogo compiuto in zona dal Dipartimento regionale di Protezione Civile. La riunione attesa entro la prima decade di gennaio vedrà riunirsi a Palermo oltre all’assessorato al Territorio ed Ambiente e alla Protezione Civile anche i comuni di Taormina, Giardini, Letojanni e Castelmola ed il Parco Fluviale dell’Alcantara, ed il Genio Civile.

La soluzione che si sta vagliando per affrettare i tempi, qualora non fosse possibile eseguire una somma urgenza con fondi regionali, è quella di un intervento “compartecipativo” nel quale si potrebbero mettere insieme le poche risorse a disposizione attualmente nelle casse di Palermo con quelle dei quattro comuni, che di fatto potrebbero contribuire mediante il versamento delle somme dovute periodicamente all’ente consortile. Il comune di Giardini ad esempio si è mosso nei giorni scorsi stanziando 220 mila euro inerenti le quote arretrate che non erano state versate ma si tratta comunque di una cifra che potrà certamente essere utile. Analogo supporto potrebbe in qualche modo arrivare dagli altri comuni, pur nelle difficoltà del momento. Le giornate di bel tempo di questo scorcio natalizio non allontanano, insomma, l‘emergenza Alcantara, e non devono distogliere l’attenzione dal rischio di un’esondazione dell’Alcantara in caso di nuove piogge con le conseguenze ben immaginabili per il depuratore comprensoriale.  “Non c’è più tempo da perdere, la verità è che bisogna intervenire subito e non si può aspettare ancora”, evidenzia il professore Franco Ortolani, esperto di fenomeni geo-ambientali e consulente del Consorzio Rete Fognante che fa capo ai Comuni di Taormina, Giardini, Letojanni e Castelmola.
“Già da tempo – spiega Ortolani – sostengo che la situazione sia definibile di “stato emergenziale pre-disastro. Ho sottolineato, in particolare, la necessità di interventi urgenti di restauro della sponda sinistra orografica fortemente erosa negli ultimi anni per garantire la sicurezza del depuratore nell’attesa di ottenere il finanziamento per un definitivo e duraturo restauro geo-ambientale. La variazione della morfologia fluviale sul lato sinistro avvenuta in corrispondenza dello spigolo orientale del depuratore è irreversibile e continua ad interessare la pianura alluvionale ed il depuratore stesso in relazione agli eventi di piena che si verificano in concomitanza con le piogge. E’ chiaro che la situazione rischia di peggiorare, come hanno dimostrato le piogge dei giorni scorsi. Attualmente l’impianto si trova in una situazione di grave rischio di erosione ed esondazione”. “Si sono persi malamente due mesi e mezzo senza effettuare gli interventi necessari. I dati visivi disponibili evidenziano i danno che possono essere catastrofici nel prossimo futuro in assenza di interventi urgenti di protezione dell’impianto.  I danni socio-economici che deriverebbero da un disastro che coinvolga l’impianto di depurazione sono immaginabili – aggiunge Ortolani -. E’ già in atto l’erosione dei sedimenti della sponda sinistra, immediatamente a monte dell’impianto e nell’impianto stesso a tergo del muro realizzato dal consorzio come difesa dell’impianto e non come difesa spondale. L’acqua fluviale ha sifonato il muro del lato est. Siamo ancora in una fase di emergenza pre-disastro sempre più grave”
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