La manifestazione, diretta da Gigi Spedale è promossa dalla Rete Latitudini, con il patrocinio del Comune di Giardini Naxos e dell’ERSU Messina, in collaborazione con il Festival Naxoslegge e il COSPECS/DAMS dell’Università di Messina e conferma, ancora una volta, la vocazione del festival a intrecciare mito, teatro contemporaneo e memoria, restituendo al pubblico letture nuove e coraggiose dei classici.
Mercoledì 24 settembre alle 20.30 è in programma “MEdusa – Mostro · Madre · Mistero”, regia di Filippa Ilardo e Dario La Ferla, drammaturgia di Elisa Di Dio e Filippa Ilardo e con musiche dal vivo di Davide Campisi.
Chi era davvero Medusa? Non solo una figura mitologica, ma un simbolo, una ferita collettiva, la voce di tutte le donne punite per essere esistite fuori dai margini.
In questo spettacolo il mito viene ribaltato e restituito alla sua verità più cruda e profonda: non è Medusa il mostro, ma chi l’ha trasformata in tale. Dietro la chioma di serpenti e lo sguardo pietrificante si cela la storia di una giovane donna punita non per un errore, ma per la sua semplice presenza. Per essere stata vista. Desiderata. Violata. E poi cancellata.
MEdusa è un racconto scomodo, viscerale, necessario: un rito teatrale che restituisce dignità a una storia cancellata dalla propaganda eroica dei vincitori. La scena si apre con Perseo che solleva la testa mozzata della Gorgone: ma stavolta qualcosa si incrina. È lei, Medusa, che prende la parola, che racconta la sua verità, che ci costringe a guardarla non con paura ma con rispetto. Il pubblico compie così un viaggio emotivo che attraversa bellezza, violenza, annientamento e trasformazione, fino a far emergere Medusa come simbolo di resistenza e memoria.
Giovedì 25 settembre alle 20.30 sarà invece la volta di “IO – Una corsa infinita”, un testo di Costanza DiQuattro con protagonista Alessandra Salamida, regia di Cinzia Maccagnano e musiche di Mario Incudine.
“IO” esplora il mito della ninfa trasformata in giovenca e condannata a un vagare infinito, tormentata da dolore e solitudine. Nel monologo, Io diventa simbolo di resistenza e rinascita, emblema della lotta umana contro un destino avverso, portando il pubblico a riflettere su identità, amore, libertà e trasformazione.
La quinta edizione della rassegna si concluderà domenica 28 settembre con la consegna del Premio “L’Ombra di Dioniso” a Saverio La Ruina, che a seguire porterà in scena il suo capolavoro “Italianesi”, dedicato alla tragedia dimenticata degli italiani rimasti prigionieri in Albania dopo la seconda guerra mondiale.