La vostra Patti Holmes, perennemente in giro, è diretta nell’incantevole e misteriosa provincia di Ragusa e, precisamente, a Ispica per vivere, dal 4 al 5 agosto, “La Notte dei sapori”. Avendo la fissa per l’etimologia, ha fatto interessanti scoperte sul suo nome, che ne confermano l’origine incerta: per alcuni deriverebbe dal latino gypsum, “calce”, o dalla frase greca gupsike kaminos, “fornace da calce”; queste due ipotesi si ricollegherebbero al toponimo spaccaforno che, a sua volta, potrebbe derivare dall’unione dei termini “spacca“, derivazione fonetica di Ispica e, quindi, dal latino speca, “grotta”, e forno, indicante le sepolture di tale forma rinvenute nei pressi dell’abitato; per altri, invece, dal fiume Hyspa, che scorreva nella vallata e per altri ancora, infine, dalla deformazione della locuzione greca eis pegas, “verso le fonti” (del fiume Busaitone che attraversa la Cava Ispica). Molto probabilmente, però, tutti i vari passaggi che hanno portato al suo nome attuale nascerebbero da una corruzione della locuzione latina Hyspicaefundus ,”fondo di Cava Ispica”. Lo storico palermitano Antonio Mongitore, nel suo Della Sicilia Ricercata, riferisce che l’apostolo Paolo avendo soggiornato a Spaccaforno, che già abbiamo citato, non lontano dal castello, fece scaturire una fonte, al contatto della cui acqua i serpenti intorpidivano e morivano. La località di Porto Ulisse sulla costa fu usata come porto naturale e a conferma di ciò il ritrovamento, nel tratto di mare antistante, di un relitto datato al VI secolo. I musulmani dominarono la regione dal IX all’XI secolo ed è in questo periodo che nasce la leggenda di una magha sarachina a cui si attribuisce la costruzione di un centro abitato (Ispica), in cui fu seppellita, e la trasmissione delle sue virtù alle abitanti, che pare le perpetuarono per parecchi secoli.
Dopo queste pillole dello ieri, vi abbiamo raccontato quelle che a nostro avviso sono le più affascinanti, andiamo all’oggi e a questa Notte dei Sapori che non poteva avere palcoscenico più adatto di Ispica che, oggi, è conosciuta sul mercato ortofrutticolo per la sua produzione intensiva di primizie, molte delle quali ottenute in serre e tunnel. Un posto di primo piano ha la produzione del sesamo, molto particolare e antica, introdotta in Sicilia al tempo della dominazione araba. La varietà ispicese è stata selezionata due secoli fa dai contadini della zona e ha un seme di piccole dimensioni, colore ambrato e sapore intenso. Fino a cinquanta anni fa in Sicilia erano destinati al sesamo 450 ettari e di questi 400 in provincia di Ragusa, in particolare in questa zona, un tempo ricca di terreni paludosi che, nei mesi primaverili si prosciugavano mantenendo l’umidità perfetta per la semina, senza bisogno di irrigazione.
Nella tradizione siciliana il sesamo è un ingrediente importante, infatti si trova nella ricetta di diversi pani, biscotti e, in particolare, il sesamo di Ispica si usa prevalentemente per preparare la cobaita (localmente detta anche giuggiulena), il torrone delle feste, a base di miele, zucchero e sesamo, con possibili aggiunte di scorza di agrumi e mandorle. Preparatevi, quindi, a una due giorni all’insegna del gusto e non solo, con percorsi enogastronomici, artigianato locale, concerti e spettacoli, cabaret, mostre, artisti di strada e area bambini. Inoltre, sarà presente il villaggio della Carota Novella IGP di Ispica e si proporrà la degustazione del Sesamo di Ispica. Insomma, una notte all’insegna della tradizione culinaria siciliana, con produttori locali d’eccellenza.
PROGRAMMA
Sabato 4 agosto
A partire dalle 20 – Piazza Unità d’Italia
- Radiofreccia (Tribute Band Ligabue)
- Toti & Totino (Spettacolo di cabaret)
Domenica 5 Agosto
A partire dalle 20 – Piazza Unità d’Italia
- Esibizione canora dei talenti locali (Aurora Corrao, Gaia Moltisanti, Clara Rustico)
- Fabula (Tribute Band Nek) offerto dal See You
- Carmelo Caccamo (La Signora Santina)
Buon weekend all’insegna della bontà.