In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una marea rosa ha inondato il centro storico di Palermo. Un nutrito corteo, composto di non sole donne, ha così gridato ancora una volta NO alla violenza di genere in tutte le sue forme.
Una violenza che comincia nel privato, tra le mura domestiche, ma si infiltra impietosamente in ogni ambito della società e diventa sempre più strumento politico di predominio, fomentando disuguaglianze, sfruttamento, solitudine.
In concomitanza con la Manifestazione Nazionale di Non una di meno a Roma, la protesta indetta dalla stessa Assemblea ha preso il via da piazza Giuseppe Verdi, e proseguito tra testimonianze, cori e striscioni fino a piazza Pretoria.
E a proposito di violenza, aumenta l’età media delle vittime, che nel 2018 raggiunge il suo valore più alto: 52 anni. Più precisamente, stando all’aggiornamento statistico sul fenomeno curato dall’Eures, da gennaio a ottobre si sono verificati 106 casi di femminicidio, uno ogni 72 ore; il 7% in meno dello stesso periodo nel 2017, quando se ne erano calcolati 114.
Ed ancora, i femminicidi sono saliti a più del 37% del totale degli omicidi commessi in Italia, con un 79,2% di femminicidi familiari e un 70,2% di femminicidi di coppia. L’area più a rischio è soprattutto il Nord, mentre a livello provinciale, Roma, come lo scorso anno, mantiene il primato di territorio più “pericoloso”.
Dall’Europa, e più precisamente dagli esperti di Grovio (Group of Experts on Action against Violence against Women and Domestic Violence), inoltre l’accusa al Bel Paese di una scarsa preparazione e di interventi a macchia di leopardo.
“Il nostro è un lavoro quotidiano, – ha infine concluso Claudia Borgia – una lotta continua, un percorso di sensibilizzazione e di ‘educazione’ sul rispetto della persona. Non si deve abbassare la guardia. Dobbiamo invece prendere posizione, sopratutto in un momento storico come questo.”