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L'evento

A Palermo la mostra su Dalla Chiesa: 40 anni fa la morte del Generale

venerdì 1 Settembre 2023

Io penso che la mia vita non sia stata una favola. E se è, come è, una esperienza duramente vissuta, ambisco solo raccontarla ai giovani della mia Arma“. Sono queste le parole del generale Carlo Alberto dalla Chiesa impresse sul primo pannello espositivo della mostra inaugurata oggi a Palazzo Reale di Palermo alla presenza delle autorità.

Il paradigma di una vita spesa al servizio dello Stato.

La mostra, intitolata “Carlo Alberto dalla Chiesa. L’uomo, il Generale”, chiude le celebrazioni del quarantesimo della morte, avvenuta per mano mafiosa, del Generale, della moglie Emanuela Setti Carraro, dell’agente di scorta Domenico Russo, la sera del 3 settembre 1982 a Palermo. La mostra, promossa dalla Fondazione Federico II di Palermo, è organizzata dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri con la produzione di Publimedia Srl e la direzione artistica di Andrea Pamparana e resterà aperta al pubblico fino al 10 novembre nelle sale di Palazzo Reale a Palermo. La tappa siciliana vede anche la collaborazione della Prefettura di Palermo, dell’Assemblea Regionale Siciliana, dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo.

Presenti alla mostra: il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il comandante interregionale “Culqualber”, Generale di Corpo d’Armata Giovanni Truglio, il Generale di Divisione Rosario Castello, Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Francesco Paolo Scarpinato e l’assessore alla Cultura del Comune di Palermo Giampiero Cannella.

LA MOSTRA

La mostra è costituita da pannelli di moderna concezione che riportano didascalie, fotografie rielaborate in alta definizione e video su appositi monitor. Il materiale iconografico, con documenti anche inediti, è stato fornito dall’agenzia Ansa, dall’archivio del museo storico dei carabinieri, dall’istituto Luce-Cinecittà, dalle Teche Rai e dalla famiglia di Carlo Alberto dalla Chiesa.

Tutti i filmati sono stati montati dal regista Francesco Marzullo, l’impaginazione dei pannelli espositivi dall’art directory Rossella Ferrario, mentre i testi e le scelte iconografiche sono del curatore della mostra, Andrea Pamparana. La realizzazione è stata affidata dal Comando dei Carabinieri alla società Publimedia.

La mostra – spiega Andrea Pamparana, curatore della mostraassume un significato particolare a Palermo, non solo perché è il luogo dove avvenne la tragedia del 3 settembre 1982, ma anche perché qui dalla Chiesa riuscì ad avviare una trasformazione del rapporto dei giovani con Cosa Nostra. Credo nei giovani e sono venuto qui per dare loro qualcosa. Fu un seme che crebbe in poco tempo e segnò un cambio epocale. La mostra – conclude – termina con Matteo Messina Denaro, che è stato arrestato col Metodo dalla Chiesa, come affermato dal Comandante dei Carabinieri Generale Teo Luzi“.

Questa bellissima mostra, accolta nella prestigiosa cornice di Palazzo Reale – dichiara il generale di divisione Rosario Castello, comandante della legione carabinieri Sicilia – è dedicata al nostro Eroe, il generale e prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa. In Sicilia, il generale dalla Chiesa riuscì a definire la mappa del potere mafioso dell’epoca, intuendone le infiltrazioni nel tessuto socio-economico e fu uno dei primi a comprendere la necessità di contrastare le organizzazioni mafiose in modo più ampio“.

LE DICHIARAZIONI

Gaetano Galvagno

Uno dei ruoli fondanti delle Istituzioni è tener viva la memoria di chi, con il sacrificio, ha contribuito a vivificare un ideale di giustizia che deve mantenersi saldo nell’animo della società“. Ha dichiarato il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. “Il ricordo, presente e vivo nella mostra Carlo Alberto dalla Chiesa. L’uomo, il Generale, è quello di un eroe che si conosce e si riconosce, a prescindere dall’età e dalla cornice culturale di ciascuno. L’attività investigativa, che condusse a capo del nucleo speciale antiterrorismo a Torino negli anni settanta – ha aggiunto – caratterizzata da nuove ed efficaci strategie d’indagine, portò all’arresto degli esponenti di vertice delle Brigate Rosse e, di fatto, inflisse duri colpi alla loro attività criminale“.

A sostenere la mostra anche Renantis, società che opera nel settore delle energie rinnovabili, con sede, in Italia, a Milano, Roma e Palermo. “È importante celebrare la memoria di chi, come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ha dato la propria vita compiendo fino in fondo il proprio dovere a servizio dello Stato, soprattutto per sensibilizzare le nuove generazioni, affinché venga mantenuto vivo l’impegno dei cittadini a difendere la democrazia richiamandosi ai valori di legalità, giustizia e senso civico. Aver offerto il nostro contributo per sostenere la mostra a Palermo rappresenta per noi un modo concreto per trasmettere quei valori“, afferma Toni Volpe, amministratore delegato di Renantis.

“Questa bellissima mostra, accolta nella prestigiosa cornice di Palazzo Reale – dichiara il Generale di Divisione Rosario Castello, Comandante della Legione Carabinieri Sicilia – è dedicata al nostro Eroe, il Generale e Prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, simbolo straordinario di legalità ed esempio di etica del servizio per coloro i quali assolvono funzioni pubbliche. Dal suo eccezionale senso del dovere, discende la modernità del suo approccio al servizio, volto ad affrontare i fenomeni criminali, in particolare quello mafioso e di matrice terroristica, secondo una visione unitaria e globale. In Sicilia, il Generale dalla Chiesa riuscì a definire la mappa del potere mafioso dell’epoca, intuendone le infiltrazioni nel tessuto socio-economico e fu uno dei primi a comprendere la necessità di contrastare le organizzazioni mafiose in modo più ampio, affiancando all’azione investigativa un’intensa attività di sensibilizzazione morale, attraverso il dialogo con i giovani nelle scuole e con i cittadini nei luoghi di lavoro, al fine di risvegliare nella coscienza civile la volontà di ribellarsi al fenomeno mafioso”.

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