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La decisione

A Palermo scatta la rivoluzione del catechismo

domenica 1 Settembre 2024

Nell’Arcidiocesi di Palermo dall’anno pastorale 2025/2026 la prima comunione e la cresima verranno ricevute insieme dai bambini di 10-11 anni. Finisce così l’era delle prime comunioni, delle cresime come sacramento della maturità e dello schiaffetto del Vescovo e probabilmente, se non decideranno di andare in pensione anche loro, si dovranno reinventare anche le catechiste. Non quelle moderne con la chitarra e i jeans ma quelle signorine un po’ più anziane che per almeno due anni preparavano i pargoli a ricevere “Gesù nel proprio cuore” e li interrogavano sul “Salve Regina” a memoria.

Pazienza, come cantava Giorgio Gaber “la Chiesa si rinnova per la nuova società” e così i parroci palermitani si sono visti recapitare l’ultimo giorno di agosto una nota perentoria a firma del vicario generale dell’Arcidiocesi di Palermo, monsignor Giuseppe Oliveri, che di fatto archivia l’organizzazione dei catechismi per prima comunione e cresima e sancisce l’inizio dei nuovi percorsi.

Corrado Lorefice

Non è un fulmine a ciel sereno, i parroci sapevano già delle discussioni in corso in corso in diocesi per cambiare i percorsi catechistici ma ora è arrivata l’ufficialità e per decisione dell’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, si partirà ufficialmente con i cambiamenti dall’anno pastorale 2025/2026.

Ma cosa cambierà per i fedeli delle parrocchie palermitane? Concretamente chi ha figli di 7 o 8 anni non potrà iscrivere i pargoli al catechismo per la prima comunione ma dovrà aspettare presumibilmente fino ai 9 anni per poter chiedere in parrocchia l’iscrizione al “percorso unico per l’iniziazione cristiana” che porterà i ragazzini già più grandicelli a ricevere il sacramento della Confermazione e dell’Eucaristia. Dal prossimo anno pastorale poi, quando la sperimentazione entrerà a regime, il percorso della durata di cinque anni dovrebbe partire al compimento dei sette anni  e portare intorno ai 10-11 anni al ricevere i due sacramenti.

La nota del Vicario generale dell’Arcidiocesi di Palermo lascia ai parroci la patata bollente del “che fare” con i bambini e le bambine che quest’anno si dovrebbero iscrivere al tradizionale catechismo ma prevede un regime di  disposizioni transitorie per chi ha già iniziato il catechismo per ricevere la prima comunione e la preparazione alla cresima: tutti porteranno a compimento i percorsi ricevendo i rispettivi sacramenti e i bambini che riceveranno la prima comunione potranno accedere alla preparazione alla Cresima.

Sulla rivoluzione catechistica ai piani alti di via Matteo Bonello non faranno sconti tanto che la nota del Vicario ai parroci suona così: “Appare evidente come tale scelta ecclesiale imponga una certa unitarietà di prassi che le realtà parrocchiali, insieme con i loro pastori, sono chiamate ad assumere fin da adesso, senza deroghe o eccezioni: la comune e contemporanea ripartenza col nuovo Progetto, nel prossimo anno, servirà, tra
l’altro, a non creare disorientamento o confusione nei fedeli laici”.

I parroci per evitare di farsi spedire dal Vescovo in montagna come don Camillo probabilmente si adegueranno tutti alla rivoluzione e si getteranno a capofitto nella sperimentazione del nuovo catechismo che nelle intenzioni dovrebbe evitare gli addi di piccoli e famiglie dopo la prima comunione.

La sfida per i parroci palermitani non sarà da poco perché si tratterà di spiegare nelle parrocchie e fuori i cambiamenti, si dovranno archiviare velocemente anni e anni di prassi consolidate e di piccole e grandi tradizioni. Ci sarà poi da stabilire un equilibrio tra Eucarestia e Confermazione per evitare che un sacramento “oscuri” l’altro visto che verranno celebrati insieme.

E chissà che con l’occasione non si possa riuscire ad intervenire per eliminare alcune manifestazione esteriori di dubbio gusto (carrozze, feste…) diffuse in alcuni quartieri popolari di Palermo  e pervenire in generale a celebrazioni più sobrie e concentrate sulla fede.

“Anche la chiesa che sembra non si muova ogni tanto ci ripensa e ne inventa una nuova” cantava sempre Gaber e chissà come finirà questa invenzione nuova ma soprattutto chissà che deciderà di fare la signorina del catechismo che preparava a ricevere “Gesù nel proprio cuore”.

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