La nostra meta è Salina (ME) in cui, il 22 giugno, si celebra il Malvasia Day presso il Capofaro Malvasia & Resort della famiglia Tasca d’Almerita. L’isola è chiamata la “verde” in quanto l’unica delle sette sorelle eoliane ad aver avuto il prezioso dono dell’acqua dolce e, di conseguenza, una rigogliosa vegetazione di felci, pini, castagni, querce, ginestre e mirti, eccezionale per un’isola vulcanica, Prima di penetrare in questa inebriante giornata, vogliamo accompagnarvi e farvi vivere, anche se in pillole, questa magica isola.
Salina
Uno dei nomi che le furono attribuiti fu il greco “Dìdyme”, ossia la doppia, che sarebbe legato a Monte Fossa delle Felci e Monte dei Porri, due coni vulcanici gemelli, separati dall’altopiano di Valdichiesa, che, secondo un’interpretazione mitica, sarebbero i seni di una dormiente Venere; l’altro, quello attuale, invece, a un laghetto costiero adibito a salina. La nostra passeggiata, continuando alla scoperta di luoghi e suggestioni, fa tappa a Rinella, uno dei due porti principali dell’isola assieme a Santa Marina, che vi colpirà per la sua piccola spiaggia nera come la pece che, in certi giorni, potrebbe apparirvi rosa. Magia? No, solamente il fenomeno degli “sconcassi” che, provocando la moria di una miriade di gamberetti, asfissiati da gas submarini, le regala questo colore.
Sempre a Rinella c’è Prà Venezia, una baia raggiungibile a piedi, sulla cui sommità si trova un anfiteatro a picco sul mare con tramonti mozzafiato.
Tra i due “seni di Venere”, come abbiamo già accennato, si adagia morbidamente Valdichiesa, un piccolo borgo con il Santuario della Madonna del Terzito, la cui prima cappella, risalente al V secolo, sarebbe stata edificata da un monaco eremita che vi avrebbe dipinto anche un’immagine della Vergine. Sul perché si chiami “del Terzito” ci viene in aiuto il termine spagnolo “tersillo” che indica il terzo rintocco della campana, quello che, probabilmente, scandiva i tempi della preghiera in epoca antica e che, nel 1622, venne udito da alcuni boscaioli che, dopo secoli di abbandono e disuso del santuario, decisero di costruire, proprio sui resti della cappella del V secolo, la nuova chiesa in onore della Madonna.
Altra tappa è Malfa, il comune più popolato dell’isola, che avrebbe ereditato il nome da un gruppo di amalfitani che nel XII secolo su incentivo dei regnanti Normanni, che concedevano parecchi benefici a chi avesse ripopolato queste terre, vi si trasferirono. Immancabile è l’esplorazione di Pollara, il paesino marinaro con la Baia omonima, e delle sue balate, raggiungibili attraverso una ripida scalinata che attraversa la casa rosa del “Postino”, chiamata così per l’omonimo film. E, magia delle magie, se lo vorrete, vi ritroverete a fare il bagno in un preistorico cratere sommerso, di cui sono ancora visibili i resti plasmati dal fuoco, dal vento e dal mare.
Ma la verde Salina, ed eccoci arrivati all’evento del 22 giugno, è nota, soprattutto, per essere la patria della Malvasia, un delicato vino dolce che Luigi Salvatore d’Austria così descriveva: “Si tratta di un vino meraviglioso al quale è attribuita, tra l’altro, la vigoria degli abitanti delle Isole Eolie e secondo una diffusa credenza possiede anche un eccezionale potere curativo “. Il recupero del marchio D.O.C. della Malvasia di Salina, definito nell’antichità “nettare degli dèi”, si deve a Carlo Hauner, artista bresciano di origini boeme, che scoperta l’isola ne 1963, vi si stabilì nel 1970, creando un’azienda agricola di cui, alla sua morte avvenuta nel 1996, hanno continuano a occuparsi gli eredi.
Malvasia Day
Capofaro Malvasia & Resort sarà il teatro della nona edizione del Malvasia Day in cui verrà raccontato dai suoi produttori il vitigno principe delle isole Eolie e il “nettare” di Salina. Capofaro è una delle cinque tenute vinicole della famiglia Tasca d’Almerita e anche a Salina il punto di partenza è stato il vigneto. Al momento dell’acquisizione i sei ettari di Capofaro erano impiantati, da un trentennio, a Malvasia; la scelta illuminata è stata quella di conservarne la parte migliore, ripristinando la struttura dell’impianto, e di far incontrare il passato, con il potenziale qualitativo della vigna “Anfiteatro”, una vigna antica, con il futuro, l’opportunità di trovare nell’isola le piante di Malvasia più interessanti, per realizzare un nuovo vigneto di uve dalla spiccata aromaticità.
L’isola, dal 1981 Patrimonio dell’Unesco e riserva naturale, terra di eccellenze enogastronomiche, di viticultura estrema e di presidi slow food, per un’intera serata vedrà esperti tecnici delle cantine produttrici dell’isola a disposizione del pubblico, sia di appassionati che di intenditori, per spiegare le caratteristiche della Malvasia attraverso degustazioni guidate. Ma entriamo nei dettagli del programma.
PROGRAMMA
Sabato 22 giugno
Alle 18 – sulla terrazza di Capofaro
Conversazione sulla Malvasia delle Lipari “Acqua, aria, terra, fuoco: composizione del suolo, tecniche agronomiche e cambiamento climatico” con Lucio Brancadoro, agronomo docente dell’Università di Milano; Paolo Pennisi, geologo siciliano ed esperto dei vulcani, e Gabriele Cola, agrometeorologo.
Alle 19 – sulla terrazza di Capofaro
Il futuro del vitigno resta nelle mani delle aziende, custodi dei vigneti di Malvasia nelle isole Eolie, saranno protagoniste del walk around tasting: Barone di Villagrande, Tenuta Capofaro, Caravaglio, Castellaro, Colosi, D’Amico, Fenech, Hauner, Lantieri, Gaetano Marchetta, San Bartolo di Danilo Conti, Punta Aria e Virgona.
Chiudiamo con una curiosità: Malvasia o Malvagìa, dal punro di vista etimologico deriverebbe da Monemvasia o Monembasìa, città greca da cui proveniva. Detto ciò, non ci resta che augurarvi un buon inizio estate nella magica Salina con un buon bicchiere di Malvasia.