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A Taormina inaugurato il Villaggio “Le Rocce”. Presti: “Un luogo onirico”

mercoledì 14 Dicembre 2016

Dopo 44 anni di degrado e abbandono il Villaggio turistico “Le Rocce” di Taormina rivede finalmente la luce. L’oasi che si affaccia sulla baia di Mazzarò è stata ufficialmente consegnata nella mattinata di martedì alla Fondazione Antonio Presti-Fiumara d’Arte con una cerimonia che scrive il punto esclamativo sull’accordo già sancito nei giorni scorsi tra il mecenate messinese e la Città Metropolitana di Messina. Un luogo dimenticato dal 1972 in poi si appresta a rinascere all’insegna dell’arte, uno spazio profanato tornerà in vita in nome del paesaggio e con il valore etico ed estetico che ha sempre caratterizzato le iniziative di Fiumara d’Arte. L’iter amministrativo è stato particolarmente complesso, come ha sottolineato il commissario dell’ex Provincia, Filippo Romano e la svolta odierna corona un lungo percorso che ad un certo punto sembrava aver scelto per il recupero di questo villaggio una destinazione alberghiera. Costruita proprio come residenza turistico-alberghiera a cura dell’Assessorato Turismo dalla Regione Siciliana nel 1953-1954 per la fruizione dei lavoratori, venne utilizzata solo per pochi anni, cui seguirono decenni di completo abbandono e un passaggio di “proprietà” dalla Regione alla Provincia di Messina. La proposta di realizzazione di un Museo d’Arte Contemporanea a Le Rocce, presentata dalla Fondazione di Antonio Presti, ha ridato nuove speranze dopo il fallimento di un project financing bocciato dall’Urega. “Ma è stato necessario un anno di lavoro”, ha evidenziato il commissario Romano, “e ciò per “dare un solido assetto sostanziale e formale al contratto di comodato”, Un accordo della durata di 99 anni, che ha permesso alla Fondazione di prendere possesso del bene per attuare le opere e che offre una “finestra” sulla costituzione di una Fondazione nella quale da un lato verrà conferito il Villaggio Le Rocce e dall’altra l’intero patrimonio artistico che ivi verrà realizzato (articolo 13 del comodato). Anche il sindaco Metropolitano, prof. Renato Accorinti, ha messo in rilievo il valore del lavoro istituzionale posto in essere “con animo puro, senza padrini e padroni”, volto unicamente al bene comune. L’energia, la straordinaria bellezza paesaggistica coniugata con un’atmosfera magica, data dal silenzio, dalla natura, ne fanno “un luogo dell’anima”. Un luogo dove la gente può “ritrovare se stessa”, “con l’anima in cielo ed i piedi per terra”.

La tematica della rigenerazione dello spirito e, occorre sottolinearlo, dei luoghi è stata sposata appieno dal mecenate Antonio Presti, che già “vede” oltre il grande valore museale del complesso anche un “luogo onirico”, “un percorso di bellezza”. Non sono astrazioni scollegate dalla realtà, per Presti “la rigenerazione è un impegno universale per far passare quest’opera al futuro”, da qui l’impegno per creare un forte aggancio con la didattica, dai livelli elementari a quelli universitari, immaginando persino un campus e l’avvio di una campagna di collaborazione e sostegno con tutte le forze che crederanno in questo progetto.
L’idea della Fondazione di Antonio Presti è di aprire il Villaggio Le Rocce già a marzo, nel fine settimana, ma di certo, vista la situazione del plesso, non sarà un lavoro facile. “Tutto nasce da un’intuizione del mio amico Gino Mauro (compianto giornalista per tanti anni Capo Ufficio Stampa della Provincia di Messina e delegato editoriale della redazione messinese de La Sicilia), che mi è stato accanto anche quando dovetti affrontare i processi sulle mie opere a Tusa, un giorno mi disse: “Antonio vieni a Taormina” – spiega Presti -. Mi chiedevo cosa avrei potuto fare a Taormina, andammo a visitare Le Rocce e quando entrai ho sentito come un incantesimo. Aveva ragione Gino. Adesso c’è da riscrivere una storia sin qui fatta di abbandono, degrado e solitudine, che hanno offeso e mortificato Le Rocce per mezzo secolo. E’ il momento di affermare il valore del futuro, passando per l’attivazione di percorsi di bellezza, di conoscenza e di turismo. Ho creato un Museo a Tusa per dando tanti anni di mia vita e quella valle oggi è famosa in tutto il mondo. Dietro di me non c’è nessuno e non c’è niente altro che il mio impegno. Sin da subito voglio affrontare questa nuova sfida e costruire quel futuro che può e deve consentire a Le Rocce di rivedere la luce. Questo luogo non è sinonimo di Antonio Presti e non è nemmeno un bene della mia Fondazione: qui c’è la volontà di una persona e di tutti quelli che sono al mio fianco di interrompere il corto circuito del potere del nulla, che ha determinato 44 anni di degrado. Le Rocce può diventare un punto di riferimento culturale per Taormina e per la Sicilia. Non è la vittoria di Presti ma dei siciliani che credono ancora in qualcosa di diverso dalle solite iniziative speculative. Il comodato d’uso è il punto di partenza per avviare immediatamente con determinazione un percorso che riesca ad aggregare uomini e donne, persone di buona volontà in nome della conoscenza e della cultura. Voglio consegnare alle future generazione questo patrimonio di eccezionale bellezza da rigenerare e a cui dare continuità. Sono consapevole che ci sarà molto da fare per estinguere il degrado ma è una sfida che certamente riusciremo a vincere”.

Per sottolineare anche aspetti etici e culturali, più emozionali che istituzionali, Antonio Presti, non a caso ha voluto alla cerimonia di consegna de Le Rocce la presenza di un gruppo di giovani alunni della Scuola Primaria di Castelmola che, al termine della cerimonia, hanno sistemato ai piedi di due alberelli, piantati per l’occasione, alcuni melograni e liberato tre piccole tartarughe. Il melograno simboleggia la prosperità e la tartaruga la longevità, rimandano entrambi all’augurio conclusivo del mecenate Antonio Presti di fare delle Rocce” un “luogo simbolo, punto di riferimento e di rigenerazione”.
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