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Le indagini

Accoltellò il “rivale in amore” in un pub, arrestato un ventenne a Palermo

mercoledì 6 Novembre 2024

Un ventenne, accusato di tentato omicidio, è stato arrestato a Palermo dai carabinieri di piazza Verdi che hanno eseguito un’ordinanza del gip, su richiesta della procura.

I fatti risalirebbero alla notte dello scorso 21 settembre, quando una lite in un locale del centro, per uno sguardo di troppo rivolto a una ragazza, portò il ventenne a pugnalare il suo rivale di 21 anni con almeno 9 fendenti, ferendolo gravemente.

L’indagine ha consentito ai carabinieri di individuare il locale, teatro dell’accoltellamento, che è stato sequestrato in attesa di effettuare gli ulteriori accertamenti tecnici. Il ventenne è stato portato nel carcere “Lorusso Pagliarelli” di Palermo.

A ferire con 9 coltellate al torace, all’addome e al braccio un giovane di 20 anni nel locale Finch a Palermo, dopo avergli rotto il naso con un pugno, sarebbe stato Riccardo Maccarrone, di 21 anni. Secondo la ricostruzione degli investigatori la notte del 21 settembre la vittima ha litigato con Maccarrone perchè gli avrebbe detto “che minchia guardi?“.

Ne sarebbero scaturite una scazzottata e poi le coltellate. Dopo essere stato ferito il giovane è salito a bordo del suo ciclomotore ed è stato seguito da un suo amico, anche lui a bordo di uno scooter, con cui aveva trascorso la serata verso l’ospedale Villa Sofia. Il ferito poi ha abbandonato il proprio ciclomotore salendo su quello dell’amico. I due giovani, interrogati, hanno riferito di non sapere chi fosse l’aggressore. Ma durante il trasporto in ambulanza da Villa Sofia al Policlinico – come percepito dai carabinieri – la vittima ha urlato all’amico “Compà preparatevi, ann’a morire tutti” (compare, preparati devono morire tutti), mostrando in pratica di sapere chi l’avesse accoltellato. Le intercettazioni telefoniche e ambientali e le immagini dei sistemi di videosorveglianza hanno chiarito la dinamica dell’aggressione e anche chi fosse l’aggressore. I carabinieri della scientifica hanno trovato dentro il locale delle tracce di sangue anche se i dipendenti e i titolari del Finch hanno riferito ai militari che quella notte non era successo nulla di strano.

Nei giorni successivi gli investigatori hanno accertato che i parenti della vittima avevano parlato con il padre dell’accoltellatore che si trovava ai domiciliari e che aveva manifestato tutto il dispiacere per quanto successo, giustificando l’azione del figlio che girava con un coltello perché due settimane prima senza motivo era stato “scricchiato” (picchiato). I parenti di vittima e aggressore, a loro volta imparentati tra loro, avrebbero dovuto incontrarsi in via Montalbo e chiarire la vicenda magari davanti a una birra. Il giovane è stato portato in carcere su ordine del gip di Palermo Clelia Maltese. Le indagini sono state coordinate dal pm Felice De Benedittis.

 

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