Rieccolo, un mese dopo il “Peace no war” rivolto la sera del 26 maggio in mondovisione al concerto del G7, Renato Accorinti è tornato protagonista al Teatro Antico di Taormina riproponendosi in versione “one man show” stavolta davanti alle telecamere della cerimonia di premiazione dei Nastri d’Argento. Il sindaco di Messina ha scelto la platea del Teatro Antico per un bis dedicato all’annuncio della visita del Dalai Lama: “Sua Santità il Dalai Lama sarà a Taormina per tutta la giornata del 16 settembre al Teatro Antico e poi il 17 settembre anche lì tutta la giornata al Teatro Vittorio Emanuele a Messina“.
“Servirà a purificarci da Donald Trump, un pazzo scatenato” ha aggiunto Accorinti, emozionato nel prendere la parola sul palco. Accanto a lui Laura Delli Colli (presidente del Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici) e il sindaco di Taormina Eligio Giardina. Pochi istanti dopo dalle gradinate si sono udite frasi di dissenso all’indirizzo del sindaco di Messina al quale, infatti, qualche spettatore si è così rivolto: “Ma la spazzatura dalle strade a Messina quando la togliete?“, “Ma quando verrà purificata Messina?“, “Bisogna amministrare, non purificare“.
E adesso come la prenderanno i cinesi? Si va, insomma, verso un altro capitolo del braccio di ferro scatenatosi sull’asse Messina-Cina, anzi verso la resa dei conti di uno scontro che rischia ad effetto domino di penalizzare più in generale i rapporti, gli scambi e le dinamiche economiche e commerciali tra la Cina e l’Italia. Una questione che va, comunque, ben oltre la due giorni messinese, anche perché poi il Dalai Lama sarà anche a Palermo il 18 settembre e in Toscana a Firenze il 19 settembre, per poi trasferirsi il 20 e 21 settembre a Pisa.
“Speriamo che il Consiglio Comunale di Messina, prendendo in considerazione delle tradizionali relazioni amichevoli fra i nostri due paesi e delle cooperazioni interregionali, possa suggerire al sindaco di annullare l’invito di visita al Dalai Lama“, aveva già fatto sapere in una lettera l’ambasciata cinese nei mesi scorsi nel tentativo di bloccare la visita a Messina di Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, e in quella circostanza venne inviata una nota ufficiale al Comune, recapitata al Civico consesso messinese.
“Invitare il Dalai Lama a visitare Messina, non solo danneggerà la sovranità e interessi della Cina e il sentimento del popolo cinese, ma anche darà al mondo un segnale sbagliato che verrà usato dal gruppo di Dalai Lama come mezzi di propaganda per promuovere l’internazionalizzazione della “questione tibetana”, è il monito rivolto dall’ambasciata cinese, di fronte al quale dunque Accorinti non si è fermato.
“Non mi faccio fermare da nessuno anche perché io sono amico del popolo cinese e rispetto la cultura millenaria di questo Paese, ma non posso far finta che non esista la repressione contro il Tibet che dura da settant’anni“, è la replica di Accorinti, che ha deciso di andare sino in fondo e ha ufficializzato in un sabato sera di inizio luglio al Teatro Antico la visita a settembre del Dalai Lama con una due giorni tra Taormina e Messina.
Il sindaco Free Tibet non teme il monito cinese di un “raffreddamento” delle relazioni amichevoli fra Italia e Cina e delle cooperazioni interregionali, e anzi punta ad insignire il Dalai Lama di un’onorificenza destinata ad essere con molta probabilità quella della cittadinanza onoraria di Messina.
Ma le strade del capoluogo messinese sinora rimaste mestamente piene di cumuli di spazzatura quando verranno ripulite? Bisognerà aspettare settembre e la circostanza straordinaria della visita del Dalai Lama per assistere ad un risveglio del servizio di raccolta rifiuti “tormentato” dalle vicende di Messinambiente e della Messina Servizi? I messinesi non hanno dubbi e probabilmente è arrivato il momento che l’ordinaria quotidianità e l’esigenza ineludibile di dare servizi ai cittadini non vengano più tenuti in scacco dalle logiche di beghe politiche distante anni luce dalle aspettative della comunità. Messina attende da troppo tempo di essere “cambiata dal basso”: in questo caso il basso delle strade incrostate e piene di sacchetti di rifiuti, da ripulire ben prima dell’arrivo del Dalai Lama.