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La provocazione

Aci S. Antonio (CT), il “Manifesto della Razza” per le strade della città. Il sindaco Rocca: “Non offuscare la storia”

sabato 25 Gennaio 2025

Siamo a ridosso dalla “Giornata della memoria“, e negli ultimi giorni abbiamo assistito a varie polemiche che si sono scatenate e susseguite soprattutto per via social.

L’immagine di Elon Musk e del “saluto romano” ha fatto il giro del mondo. In tanti hanno contestato e criticato quell’azione, altri hanno provato a sdrammatizzare e trovare delle scuse “sui generis”, come ha fatto il referente in Italia del magnate statunitense Andrea Stroppa: “Quel gesto, che alcuni hanno scambiato per un saluto
nazista, è semplicemente Elon, che è autistico, che esprime i suoi sentimenti dicendo ‘Voglio darti il mio cuore’, ed è esattamente ciò che ha comunicato al microfono. A Elon non piacciono gli estremisti“.

Una post che, probabilmente, era meglio evitare considerato che ha alimentato ulteriormente la polemica, aggiungendo che lo stesso Stroppa, in un post precedente su “X” e sempre riferito a quell’immagine, aveva baldanzosamente scritto “L’Impero romano è tornato, a cominciare dal saluto romano“, per poi cancellarlo.

Ma non solo Musk. Nello stesso tempo, continuano gli insulti e le minacce rivolte a Liliana Segre. Il figlio ha dichiarato: “Mia mamma non si fa certo intimidire, anche se è stanca e amareggiata di essere aggredita e diffamata in rete. Certo, ha deciso di diradare un po’ gli impegni pubblici, le interviste, le prese di posizioni su qualsiasi tema, sapendo già che ogni sua parola verrà strumentalizzata e usata per attaccarla con violenza, con argomenti antisemiti“.

Condotte che hanno portato all’apertura dell’inchiesta da parte della procura di Milano, per diffamazione e odio razziale, chiusa negli scorsi giorni producendo 17 archiviazioni e 12 rinvii a giudizio.

Ad Aci Sant’Antonio, nel catanese, il sindaco Quintino Rocca, in vista della ricorrenza del 27 gennaio e considerati gli ultimi avvenimenti, ha deciso di lanciare una provocazione affiggendo per le strade del paese il cosiddetto “Manifesto della Razza” (1938) in due versioni, una nuda e cruda, l’altra squarciata da una frase della Senatrice Segre.

L’intenzione  – spiega Rocca – è di strappare un po’ l’Olocausto, il fenomeno del Razzismo di Stato e del Fascismo dalla mera narrazione letteraria, cinematografica, hollywoodiana e riconsegnarla alla storia e alla realtà. Il rischio collaterale della giusta considerazione che autori, registi, scrittori hanno dato all’argomento è che esso possa essere in qualche modo legato, per le giovani generazioni che si allontanano anagraficamente dai fatti in questione, ad un immaginario da fiction, come se Hitler e Mussolini fossero dei supervillain dei fumetti venuti fuori dalla penna di un abile sceneggiatore. E invece no, le deportazioni accadevano poco tempo fa qui in Europa e poco tempo fa qui in Italia. Accadevano nella vita reale e colpivano la vita di persone in carne ed ossa. Il Manifesto della Razza è stato un Crimine tutto nostro, tutto Italiano.
Le leggi razziali – conclude – sono state emesse da quello che era il nostro Governo Italiano, come del resto qualche anno prima le leggi fascistissime. Si tratta di un’ignominia con cui dovremo sempre fare i conti. Perché la Storia c’insegna che l’Orrore, su questa Terra, rimane sempre a portata di mano pronto a tornare. E qualcuno, magari, se lo augura pure“.
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