Paolo Olivieri è fondatore, assieme a migliaia di persone, del Sermig Arsenale della Pace che nasce a Torino nel 1983, è una riconversione da una fabbrica di Armi. Gli Arsenali di Pace nel mondo sono una porta aperta 24 ore su 24 sulla sofferenza, sulla miseria, sulla fame, sulla disperazione, sull’ingiustizia. Lo stile è quello di una famiglia che accoglie. Le persone che abitano gli Arsenali della Pace, arrivano dal carcere, dalla strada, sono grandi e piccoli, sono vittime della violenza o della guerra, privi di diritti e di sicurezze o immigrati alla ricerca di una nuova vita. Paolo Olivieri ha conosciuto Fratel Biagio nel 2017 quando camminava con la croce in spalla per tutta Italia ( successivamente Europa e Marocco) per dare un messaggio di speranza e unità. Il Serming Arsenale della Pace di Torino è in perfetta comunione con la Missione e Speranza e Carità di Palermo.
Stanno arrivando persone da tutta la Sicilia ma anche sacerdoti, ex accolti, missionari, persone comuni da varie parti d’ Italia e anche Spagna e Inghilterra.
LA NOTA
“Caro Biagio, caro amico,
abbiamo percorso strade diverse
segnate però dallo stesso desiderio:
la giornata da 24 ore su 24
da vivere per gli altri, per Dio.
Sei sempre stato attento ai bisogni delle persone
attratto dagli ultimi del mondo
senza distinzione di razza, cultura, religione,
senza curarti del passato di ognuno
perché nella vita tutti hanno un appuntamento
con l’amore che non chiede niente in cambio…
Avevi i tuoi progetti ma Dio ne aveva altri
e tu gli hai lasciato carta bianca
perché realizzasse con te
la Missione di Speranza e Carità.
Non ti spaventava nulla,
non temevi fatiche e prove,
non ti fermavi davanti a niente e a nessuno.
È quello che ho visto in te: una pagina di Vangelo!
Ora caro amico,
dal Paradiso continui ad essere vicino ai tuoi poveri,
alla tua città, alla gente che ti segue e ti vuole bene.
Continui a percorrere la tua strada.
Anche io, da qui, continuo a camminare
per il tempo che il Signore vorrà,
con il tuo stesso desiderio:
seguire Gesù e ispirare la nostra vita,
in Terra come in Cielo, al suo Vangelo”.
Ernesto Olivero