E’ morto il filosofo Armando Plebe. Formatosi come studioso del pensiero marxista, nella maturità se ne distaccò con una scelta prima di tutto politica che lo portò a aderire al Msi di Giorgio Almirante. Fu anche senatore tra il 1972 e il 1979.
“Mi proponevo di laicizzare la destra” dichiarò. E per connotare la sua nuova collocazione politica, nata all’insegna del gran rifiuto, si richiamò al poeta Orazio: “‘Odio la massa e me ne tengo lontano’. Solo in questo sono uomo di destra”.
Plebe, che era nato 90 anni fa ad Alessandria, aveva conosciuto negli anni giovanili Benedetto Croce il quale lo aveva convinto a pubblicare i suoi scritti con l’editore Vito Laterza di cui sarebbe stato testimone di nozze.
Cominciò la sua carriera accademica nell’Università di Perugia nel 1959. Due anni dopo passò all’Università di Palermo come professore di storia della filosofia. Tra le sue opere principali “Hegel filosofo della storia” (1949); “Discorso semiserio sul romanzo” (1965); “L’estetica italiana dopo Croce” (1968); “Filosofia della reazione” (1971); “La civiltà del postcomunismo” (1975); “Dimenticare Marx?” (1993).
In un libro di cinque anni fa (“Memorie di sinistra e memorie di destra”) aveva fissato i punti salienti della evoluzione del suo pensiero filosofico e politico in quelli che chiamava gli “anni ruggenti”.