“No alla demolizione dell’aerostazione ‘Morandi’, un edificio di indubbio interesse storico e architettonico, esistente nell’aeroporto di Catania. Siamo di fronte ad una struttura inaugurata nel 1981, costruita su progetto di Riccardo Morandi, con cemento armato precompresso, con criteri antisismici d’avanguardia, da cui per altro si può godere di un panorama irripetibile che comprende la città di Catania ai piedi dell’Etna. A tutela dell’ex stazione Morandi anche 1000 firme raccolte da un gruppo di ingegneri e architetti, inviate a Sac e al ministero dell’Ambiente che ha invece approvato la Valutazione ambientale strategica (Vas) sul progetto portato avanti da Società aeroporti Catania”.
Lo sostiene il segretario regionale del Pd Sicilia Anthony Barbagallo e capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera che sull’argomento ha presentato una interrogazione rivolta al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, al ministro della Cultura e al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“L’aerostazione – sostiene Barbagallo –, chiusa dal 2007 ed utilizzata nella fase Covid come centro tamponi e vaccini doveva essere oggetto di una ristrutturazione secondo un incontro avvenuto al comune di Catania. Ma nel 2019 la SAC (la società che gestisce l’aeroporto) improvvisamente commissiona uno studio in cui si parla per la prima volta di demolizione senza alcuna asseverazione da parte di Enac. Inoltre – prosegue -, secondo quanto riportato dalla stampa, la Regione avrebbe revocato il provvedimento di verifica dell’interesse culturale dell’ex aerostazione» posto dalla Soprintendenza di Catania. Una decisione su cui pare evidente lo zampino del presidente della Regione, Renato Schifani, sponsor dell’Ad di Sac, Nicolò Torrisi. Tutto questo mentre, al contrario, la direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della cultura, previo parere del suo comitato scientifico in cui è presente la Regione Siciliana, ha già formalmente accettato la proposta di inserimento del ‘Morandi’ nel censimento delle architetture contemporanee in Sicilia. Alla luce di quanto esposto chiediamo al governo e ai ministri interessati – conclude l’atto ispettivo – quali iniziative intendano assumere per evitare la demolizione del terminal tanto caro a molti siciliani”.