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Ripartenza in bilico

Aeroporto Fontanarossa: il caso esplode e diventa nazionale

lunedì 24 Luglio 2023

La situazione di stallo in cui si trova, ancora oggi, l’Aeroporto di Fontanarossa sta per degenerare, creando danni importanti all’intero settore del turismo siciliano. Gli aeroporti di Palermo, di Trapani e di Comiso sono da giorni allo stremo e non è chiaro per quanto riusciranno a gestire, con gli annessi disagi, l’enorme traffico di Catania.

Anche gli aiuti che erano stati annunciati, come pare, stentano a prendere forma: l’utilizzo dell’aeroporto militare di Sigonella è ancora un’idea di cui si discute, mentre l’Aeronautica Militare – nel frattempo – ha attivato alcuni tendoni nel Terminal C di Fontanarossa pensati per supportare le attività aeroportuali.

Questo scenario, decisamente poco rassicurante, ha smosso i deputati nazionali della Commissione Trasporti della Camera che, questa mattina, sono arrivati a Catania per capire cosa sta succedendo e, soprattutto, per mettere un piede sull’acceleratore delle operazioni di ripristino dello scalo.

Il presidente della Commissione, Salvatore Deidda di Fratelli d’Italia, insieme agli altri componenti avrà il compito di osservare e mettere nero su bianco un report dettagliato, da presentare al Parlamento nazionale, che fornisca elementi per eventuali iniziative da intraprendere quanto prima.

La visita, che è stata annunciata dal segretario regionale del Pd (e componente della Commissione) Anthony Barbagallo, è l’ulteriore segnale che la questione ha smesso di avere le dimensioni di una spiacevole vicenda locale e, sotto la pressione di turisti, cittadini, tour operator, albergatori ed esercenti si sta allargando a macchia d’olio sino a scomodare ministri e parlamentari.

L’arrivo della delegazione non giunge però in un clima politico rilassato, soprattutto all’interno della maggioranza che governa, come sappiamo, sia a Roma che in Sicilia. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, il patriota Adolfo Urso, per descrivere ciò che sta avvenendo a Catania non ha usato mezzi termini parlando di “situazione intollerabile” e dichiarando di voler chiedere “spiegazioni a Sac e Enac“.

Ormai è evidente che ci sia stata una mancata programmazione e che siano state carenti le verifiche sui programmi infrastrutturali, annunciati e mai realizzati – ha detto Urso – il danno al sistema produttivo di Catania e della Sicilia orientale è grave, sia per l’impatto immediato, e non solo sul campo turistico nel pieno della stagione, sia per quello reputazionale, che rischia di perdurare nel tempo. È passata una settimana e ancora non è chiaro quando ritorneremo alla cosiddetta normalità. Né sappiamo cosa si intenda fare per recuperare i ritardi nel programmare lo sviluppo di un aeroporto ormai sovraccarico“.

Giorgio Assenza, capogruppo di FdI all’Ars,  chiarisce come sia necessario che Sac cambi direzione a favore di un potenziamento di Comiso che eviti, appunto, situazioni come queste. Quella di voler risolvere prioritariamente la crisi, del resto, è la posizione di Fratelli d’Italia che, come spiegano fonti interne al partito, preme per una costante collaborazione tra governo nazionale e amministrazioni locali.

Le parole di Urso, tuttavia, non sono state lette in questo senso dal presidente della Regione, Renato Schifani, che nella giornata di ieri ha inoltrato alla stampa una nota al vetriolo.

Sul caso è intervenuto, anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini che si è detto pronto a convocare un tavolo sull’emergenza Fontanarossa. “Da parte del Mit – si legge in una nota del ministro – è confermato il pieno spirito collaborativo, anche se la competenza diretta sulla gestione dell’aeroporto di Catania non è del dicastero di Porta Pia. Salvini ribadisce la disponibilità a mettere a disposizione anche un supporto tecnico per fare piena luce sulla situazione“.

A prescindere da scontri e polemiche, insomma, è evidente che qualcuno dovrà rispondere del black-out (metaforico, e non) in cui è piombata la situazione nelle ore più calde per un settore, oggi, più necessario che mai.

Si dovrà capire cosa è andato storto, cosa sarebbe dovuto accadere e non è accaduto, quali sono state le leve che non sono state tirate e quelle che, anche se tirate, non hanno prodotto gli effetti previsti. Si dovrà fare, ma non oggi. La cosa che importa, adesso, è far ripartire lo scalo e riportarlo alla normalità.

 

 

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