Un barchino di 7 metri è affondato in area Sar italiana. Un peschereccio, durante la notte, ha salvato 40 migranti e recuperato il cadavere di un uomo.
Il gruppo di sopravvissuti e la salma sono stati trasbordato sulla motovedetta Cp319 della Guardia Costiera che ha portato tutti a Lampedusa. Sono in corso ricerche di eventuali dispersi, nell’area Sar italiana dove si è verificato il naufragio, da Capitaneria di porto e Guardia di finanza. I sopravvissuti sono 26 uomini, 8 donne e 6 minori. La barca era partita alle 21 di sabato da Sfax in Tunisia.
È stato il peschereccio tunisino, il “Mohamed Amine”, a soccorrere, prima dell’arrivo della Cp319 i 40 migranti che sono finiti in acqua, in zona Sar italiana, dopo che la loro barca in metallo si è ribaltata ed è affondata. Recuperato anche il cadavere di un giovane che è stato portato alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana dove le bare, di migranti morti a seguito di naufragio, sono salite a sei.
I migranti, originari di Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Isole Comore e Sudan hanno raccontato d’aver pagato da 500 a 600 euro per il viaggio e che sul barchino in metallo di sette metri c’erano dieci taniche di carburante da venti litri ciascuna.
La Capitaneria di porto sta coordinando le ricerche dei dispersi. I sopravvissuti, nelle prossime ore, verranno sentiti anche dalla Squadra mobile nell’hotspot di Lampedusa.
Secondo i sopravvissuti, alla partenza da Sfax su quel barchino in metallo di 7 metri c’erano 55 persone. All’appello quindi mancherebbero, stando alle dichiarazioni dei naufraghi, 14 persone. Le ricerche, da parte delle motovedette delle Fiamme gialle e della Guardia costiera, vanno avanti.
Altri 41 migranti, fra cui 7 donne e due minori, sono stati soccorsi nelle acque antistanti a Lampedusa dalla motovedetta della Guardia di finanza. E’ stato il sedicesimo sbarco con un totale di 669 persone, a partire da mezzanotte, per la più grande delle isole Pelagie. Il gruppo, composto da persone originarie di Burkina Faso, Costa d’Avorio, Congo, Guinea, Mali, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Sud Sudan, ha riferito di essere salpato da Sfax in Tunisia alle ore 6 di domenica e d’aver pagato 1.500/2000 dinari tunisini.
In tutto sono tre i naufragi, su cui hanno operato assetti italiani della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. “Il primo verificatosi nelle acque SAR italiane (a circa 20 miglia dall’isola di Lampedusa) da cui risultano disperse 3 persone; il secondo, in acque SAR maltesi, i cui superstiti segnalano circa 20 dispersi; il terzo, anch’esso in area maltese, su cui non si registrano dispersi anche se uno dei naufraghi è stato recuperato privo di vita –si apprende dalla Guardia Costiera– Al momento risultano essere complessivamente presenti in mare ancora una ventina di imbarcazioni. Nell’area delle operazioni sono impiegati, sotto il coordinamento SAR del Centro Nazionale della Guardia Costiera (IMRCC), assetti aerei e navali della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza, di Frontex e una unità ONG”.