Costretto a restare ricoverato all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento perché non c’è più un’associazione di volontari che lo accompagni 4 volte alla settimana al centro dialisi del Villaggio Mosè. Odissea per un sessantenne disabile di Porto Empedocle, che nel corso del tempo ha subito l’amputazione di entrambe le gambe.
L’associazione, per carenza di personale, non può più effettuare il servizio di assistenza e trasferimento del paziente verso il centro di dialisi del Villaggio Mosè e da venerdì 14 giugno l’empedoclino è ricoverato al reparto di Medicina.
“Siamo in carcere – ha detto Irene Alaimo che da un decennio si prende cura del marito – . Siamo venuti, con l’ambulanza del 118 per fare la dialisi visto che non c’era più la disponibilità di assistenza da parte dell’associazione che lo ha sempre portato al Villaggio Mosè. Sabato 15, mio marito doveva fare di nuovo la dialisi e siamo rimasti in ospedale. Da allora siamo qui, in carcere”.
Un ricovero nell’unità operativa di Medicina che sottrae anche un posto letto a chi, eventualmente, ne potrebbe aver bisogno. “Nulla da dire, anzi, sui sanitari dei reparti di Nefrologia, Medicina e Chirurgia dell’ospedale San Giovanni di Dio perché fanno il possibile per mio marito e per me. Ringrazio i medici, gli operatoro e gli infermieri – ha aggiunto Irene Alaimo che si è anche rivolta all’avvocato Luigi Troja per essere assistita e aiutata – . Il nostro è un problema di servizi Asp. È possibile che un paziente del genere, – spiega la donna – rimanga così in un letto di ospedale?”.
“Stiamo cercando di accelerare la pratica del monta scale, c’è un problema di sicurezza e dobbiamo parlarne con un ingegnere per capire se un monta scale è sicuro per un paziente di questo peso (119 chili) – ha spiegato il direttore generale dell’Asp di Agrigento, Giuseppe Capodieci – . Abbiamo un problema con le autorizzazioni per le ambulanze. Abbiamo contattato l’associazione di volontariato affinché risolva al più presto la carenza di personale, altrimenti saremo costretti a revocare loro l’autorizzazione. Ci stiamo muovendo a 360 gradi. Nel frattempo il paziente sarà trasferito dal reparto di Medicina a quello Lungodegenza, dove continuerà ad avere l’assistenza per la dialisi”.