Parte domani, venerdì 12 maggio, (e prosegue fino al 19 maggio) l’undicesima edizione di SorsiCorti il festival di cortometraggi e degustazioni di vini dal tema conduttore ispirato alla pipa di Magritte #cecinestpascinema #questononecinema che vuole sfidare il modo comune di guardare la realtà e anticipa nuove istanze artistiche. Saranno 58 i cortometraggi in concorso selezionati tra quelli arrivati da tutto il mondo, domani il taglio del nastro per questa undicesima edizione si partirà dal Piccolo Teatro Patafisico di via Gaetano La Loggia 5, alle 19,30 con un aperitivo di presentazione del Festival, alle 21.30 si prosegue con il concerto degli Homunculus Res. Sponsor di Quest’anno saranno la Cantina Planeta e la Birra Palermo. Quest’anno il Festival vuole indagare su cosa non è più cinema, cosa non è mai stato e cosa forse lo diventerà da grande. Tante le novità, a partire da un contest fotografico e con le proiezioni dislocate in diversi luoghi della città: un cinema, il Rouge et Noir, un ex cinema, l’Edison a Ballarò, e un «non cinema», il Piccolo Teatro Patafisico. Questo per sottolineare la natura nomade del Festival che vedrà partire la maratona di cortometraggi già da sabato 13 per andare avanti fino al 19: otto giorni di cinema (e non cinema) e di cinema che non sa di essere cinema.
«La selezione – racconta Gabriele Ajello, direttore artistico del Festival – è stata molto accurata e svolta da una commissione valutatrice composta da esperti cinefili: solo corti di alta qualità hanno avuto accesso al programma di proiezione. Spazio sarà dato alle nuove forme di fruizione e di produzione degli audiovisivi: videoinstallazioni, realtà aumentata, digital storytelling. In particolare con un evento dedicato il 1 maggio». Oltre alla consueta proiezione dei cortometraggi internazionali in concorso, alla ormai consolidata proiezione di lungometraggi fuori concorso, sarà proiettato un film dedicato ai bambini: «Oceania» il 14 all’Edison. SorsiCorti, che neglianno è stato sostenuto dalla Sicilia Film Commission, ospiterà e promuoverà vari tentativi sperimentali e importanti collaborazioni.
Una giornata sarà dedicata a un film spagnolo inedito in Sicilia “Arrugas” di Ignazio Ferreras, tratto da una graphic novel di Paco Roca, e introdotto da una tavola rotonda sul tema della vecchiaia. “Il cinema delle rughe”, per riflettere sulle tematiche proposte, facendo dialogare cinema, medicina e psichiatria, anche con un omaggio al neurologo Oliver Sacks, e il patrocinio dell’Ordine degli psicologi della Regione siciliana. Quest’anno ci sarà anche un aspetto sociale con il coinvolgimento di un gruppo di ragazzi utenti dell’ufficio per i servizi sociali per i minori. «I corti che ospitiamo – continua Ajello – permettono davvero di fare un giro del mondo e differenti saranno le giurie che li valuteranno». Tra i partecipanti, anche il palermitano Salvo Manzone con «La crociera delle bucce di banane» e l’ennese Davide Vigore con «La viaggiatrice», e il vincitore del David 2016, Alessandro Capitani con «Bellissima».
Non mancherà la musica, già in apertura, il 12 al Teatro Patafisico, con il concerto dei «Homunculus Res». Quello degli Homunculus Res è un originale progetto la cui musica si rifà al più leggero sound di Canterbury e al prog italiano degli anni ’70, con elementi retrò, ma anche con la complessità compositiva e la produzione che ci si aspetta da un’opera contemporanea. Tra gli illustri predecessori di Homunculus Res ci sono sicuramente i Picchio dal Pozzo, formazione genovese nata nel 1976 e considerata una delle più autorevoli risposte italiane al Canterbury sound. Come i Picchio dal Pozzo, anche Homunculus Res evita il lato più magniloquente del prog, rivolgendo la propria attenzione verso l’originale scuola di Canterbury (quella di Soft Machine, Kevin Ayers e Caravan, per intenderci). La band, tuttavia, si lascia influenzare anche da gruppi italiani degli anni ’60 e ’70, presentando diverse analogie con le prime produzioni de Le Orme e Premiata Forneria Marconi, specie nelle armonie vocali, nei lampi di neo-psichedelia e nella sperimentazione strumentale. Il primo album di Homunculus Res si intitola “Limiti all’eguaglianza della Parte con il Tutto”. Il 20 novembre 2015 viene dato alle stampe “Come si diventa ciò che si era”, secondo album che conferma l’originalità del primo album e la piena maturità compositiva raggiunta dal gruppo. Dario D’Alessandro: chitarra, voci, basso, Minimoog, Casiotone, Memotron, glockenspiel, percussioni. Davide Di Giovanni: piano, organo, tastiere, batteria, basso, chitarra acustica, cori. Daniele Di Giovanni: batteria, percussioni, chitarra acustica, voce. Daniele Crisci al basso e Mauro Turdo alla chitarra.