La spada di Damocle poggia ininterrottamente sulla testa degli Asu. Una doccia fredda per circa 4000 precari che da oltre 20 anni prestano l’attività lavorativa all’interno degli enti locali siciliani e che della stabilizzazione non ne hanno ancora notizia.
La legge di stabilità regionale, recentemente approvata dalla giunta Schifani, non presenta alcun riferimento alla stabilizzazione, ma soltanto un’ennesima proroga fino al 2026.
La preoccupazione si fa sempre più forte e altrettanto insoddisfatti sono i sindacati che parlano di una battuta di arresto sia rispetto ai tentativi avviati nei precedenti anni, che in relazione alle dichiarazioni fatte dal governo regionale nell’incontro con le parti sociali. Riunioni che lasciavano ben sperare e andate, probabilmente, a vuoto dato il mancato inserimento di una previsione normativa riguardo al processo di stabilizzazione del personale.
“Esprimiamo profonda insoddisfazione”, dichiarano i responsabili sindacali di Fp Cgil , Cisl Fp, Uil Temp, Ugl Ale, Ugl Autonomie Sicilia, Confintesa, Cobas Codir, Usb. “Il 26 settembre – commentano i sindacalisti – siamo stati convocati presso la Presidenza della Regione Siciliana per discutere sulle modalità di stabilizzazione del personale Asu. Tale incontro, purtroppo, è rimasto l’unico atto di momentaneo interesse del Governo Regionale, dopodiché il nulla assoluto”.
Una annosa vertenza dello storico precariato alla quale la politica potrebbe mettere un punto. La norma nazionale, infatti, prevede l’assunzione di tale personale anche in deroga ai fabbisogni dell’amministrazione regionale. Un’azione concreta ma che di fatto rimane inattuata, prolungando un’attesa, ormai infinita, di una stabilità occupazionale.
Lavoratori e sindacalisti avvertono: non solo non si potranno ulteriormente tollerare ulteriori ritardi, ma le promesse non mantenute daranno luogo a mobilitazioni e azioni sindacali che tenderanno a paralizzare tutti i settori dove il medesimo personale Asu presta la propria attività lavorativa.