Cosa farà l’Assemblea siciliana dopo l’approvazione della manovra finanziaria? La sensazione che si coglie prendendo sotto braccio questo o quel deputato a Palazzo dei Normanni è che farà ben poco. Il closing per il bilancio e la finanziaria è previsto tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. In base alla road map tracciata nell’ultima conferenza dai capigruppo, le commissioni parlamentari dal 12 gennaio avrebbero dovuto esaminare il bilancio e la finanziaria light depositata dal governo prima di Natale, in attesa che da Palazzo d’Orleans venga trasmesso l’emendamento di riscrittura, di cui però non c’è traccia. Da allora le commissioni hanno fatto poco e niente e l’aula è andata deserta più volte per mancanza del numero legale. Gran parte dei deputati è impegnato con i propri partiti nella pre-campagna elettorale per le amministrative: alleanze, liste, candidature e via dicendo.
Addirittura, quella stessa road map, dava come termine perentorio il 24 gennaio alle commissione per dare i pareri di merito. Siamo invece all’alba. Per non parlare della commissione Bilancio, probabile cominci a riunirsi i primi di febbraio. Se tutto comunque da allora in poi dovesse andare liscio la manovra dovrebbe vedere la luce certamente non prima della scadenza dell’esercizio provvisorio, fissata al 28 febbraio. C’è chi addirittura profetizza uno scenario catastrofico: la proroga del provvisorio. Si vedrà. Intanto il dubbio post-manovra ci sta tutto: i deputati si rimetteranno subito al lavoro sui tanti testi di legge fermi nelle commissioni oppure la campagna elettorale paralizzerà definitivamente i lavori del Parlamento regionale? Facendo quattro conti, il tempo per varare qualche legge prima dell’apertura delle urne ci sarà. Si voterà a maggio per le comunali, dunque l’Ars avrebbe un mese e mezzo o giù di lì per potere lavorare a qualche riforma. Ce ne sarebbero anche di importanti da varare, come quella sulla semplificazione amministrativa o quella sulla formazione professionale. Ma in pieno clima da campagna elettorale difficilmente, fanno notare alcuni parlamentari di vecchio corso, l’Ars si cimenterà in terreni alquanto minati. Soprattutto se poi ci si metteranno di mezzo anche le politiche.
Forse potrebbero essere licenziate leggine di second’ordine, tanto per la presenza. Anche perché verosimilmente almeno una decina di giorni prima del voto amministrativo il Parlamento fermerà l’attività legislativa, come da prassi. E quindi? A maggio si vota (la data è ancora da stabilire), poi ci saranno i ballottaggi ed ecco che si arriverà quasi a giugno, mese cruciale per affondare i colpi sull’altra tornata elettorale, ancora più impegnativa: le regionali. Terreno scivolosissimo. Mettiamoci le vacanze estive – tra metà luglio e agosto con buona parte degli onorevoli in giro per la Sicilia a caccia di consensi – così se tutto andrà bene se ne riparlerà di rientrare a Palazzo la seconda settimana di settembre. A quel punto mancheranno solo due mesi al voto. Au revoir.