Uno degli effetti “collaterali” della campagna contro gli evasori dell’Amam ha portato alla “resurrezione” di un notevole numero di utenti defunti. O meglio, dei loro eredi che per anni hanno evitato il cambio di utenza, lasciando in vita il caro estinto per non pagare le bollette. Così tra le 75 mila raccomandate di diffida dell’Azienda Meridionale acque spedite ai morosi, circa 6 mila riguardano proprio defunti non perseguibili ma che hanno continuato ad usufruire del servizio……
Entro il 28 febbraio tutte le diverse “tipologie” di morosi (eredi, condomini, commercianti, singole utenze) hanno tempo per mettersi in regola. In caso contrario si rischia o il taglio dell’utenza o la riduzione dell’erogazione idrica.
Messina peraltro ha una delle tariffe più basse per l’utilizzo dell’acqua eppure i morosi rappresentano da tempo una delle peggiori criticità che si ripercuote anche su quanti, rispettosi del vivere civile e delle regole, finiscono con il pagare per tutti.
Conti alla mano all’appello nelle casse dell’Amam mancano oltre 90 milioni di euro che con le raccomandate di novembre e dicembre l’azienda conta di recuperare.
“Non è una caccia alle streghe- ha detto il sindaco Basile- ma un’operazione che fa parte della normalità, come gli eventi di Natale e i concerti. Nessuno vuol ricevere una diffida, ma se è arrivata è perché non ha pagato. La normalità passa anche da queste cose. Siamo una città in ripresa ma tra un mese dobbiamo rispondere alla Corte dei conti sul piano di riequilibrio. Sono 90 milioni da riscuotere perché se è vero che sono stati avviati progetti importanti non si può pensare di mantenere un atteggiamento attendista con chi sa che deve pagare e non paga”
L’Amministrazione, nel periodo della pandemia, ha concesso qualche anno di tolleranza nell’azione di recupero delle morosità, che oggi, però, non può più proseguire, anche perché il mancato recupero dei crediti penalizza la capacità di investimento dell’azienda che gestisce per l’intera città un servizio pubblico essenziale come quello idrico integrato.
“Sebbene la gestione sana di AMAM abbia consentito di poter soprassedere negli ultimi due anni da azioni forti di recupero dei crediti insoluti – ha aggiunto il Direttore Generale del Comune Salvo Puccio – l’Azienda oggi ha necessità di recuperare i suoi crediti anche per poter onorare i suoi debiti verso i fornitori di lavori e servizi i cui costi sono aumentati, primo tra tutti, quello relativo all’energia elettrica, fondamentale per poter consentire il funzionamento degli oltre 200 impianti di cui si serve la rete idrica di Messina per garantire ogni giorno la gestione ottimale del servizio”.
Purtroppo tra le 75 mila missive il 3% (quasi tremila) sono state recapitate a quanti erano in regola con i pagamenti e sui quali è gravato l’onore della prova, che in tempi di burocrazia ha creato qualche fastidio. L’Amam e l’amministrazione si sono scusati per gli errori e i disagi.
“Non possiamo più permetterci di non recuperare questi crediti- ha spiegato la presidente Amam Loredana Bonasera– Abbiamo potenziato i servizi e migliorato il portale. Inoltre siamo passati da 3 a 9 sportelli ed a breve saranno abilitati anche i Caf. Dopo il 28 febbraio scatterà la riduzione per le utenze domestiche e il distacco per quelle commerciali”.
Stando ai numeri gran parte dei debitori sono i grandi condomini (circa tremila), seguiti da alcuni enti, come ad esempio l’Iacp che deve all’Amam 9 milioni accumulati nel corso degli anni.
Loredana Bonasera ha spiegato come l’Amam abbia invitato gli eredi di 6 mila utenti defunti a effettuare la voltura saldando anche i debiti pregressi. La presidente Amam ha poi spiegato il perché delle cartelle inviate a chi era in regola.
“ Gli invii sono stati fatti per lotti e sono nati disguidi. Ad esempio sono arrivate fatture il 25 novembre che scadevano il 28 o diffide a chi ha già chiamato. Spesso sono problemi legati ai bollettini manuali e non sempre abbiamo riscontri diretti. Chiediamo di pagare col PagoPa che ci permette un riscontro immediato e a breve ci sarà anche l’addebito sul conto corrente. Ci scusiamo per questi problemi che ci sono stati. Ma è anche vero che la gente deve tornare a pagare l’acqua”.