Gli agenti della polizia di Stato, grazie alla segnalazione di un cittadino, hanno scoperto una vera e propria discarica in un terreno nell’Oasi del Simeto, nel catanese. I poliziotti, giunti sul posto, hanno sorpreso 11 lavoratori, tra cui anche un minorenne, tutti “in nero”.
Tre di loro, oltre a lavorare in quel sito illegalmente, erano anche intestatari del reddito di cittadinanza, cosa che ha comportato per loro una denuncia per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
I due titolari dell’impresa sono stati denunciati. Nel piazzale di circa 5.000 metri quadrati gli agenti hanno trovato oltre 25 tonnellate di materiali ferrosi, ma anche rame e alluminio, oltre a batterie d’auto, scocche di vetture arrugginite, elettrodomestici rottamati, cartone e pericolose traversine in legno, il cui trattamento chimico e’ notoriamente cancerogeno e dannoso per l’ambiente.
Sono stati rilevati anche sversamenti di oli minerali esausti e di altri liquidi pericolosi nel terreno, proprio in prossimità di un canale, con grave pericolo sia per l’inquinamento del suolo e delle eventuali falde acquifere, sia del mare.
I titolari dell’impresa dovranno rispondere di gestione illegale di rifiuti speciali pericolosi, sfruttamento dello stato di bisogno dei lavoratori e impiego di minori, incauto acquisto di oggetti (in particolare, il rame) di sospetta provenienza furtiva e reati in materia di sicurezza e salubrità sui luoghi di lavoro.
Infatti, nonostante la materia “trattata” costituisse un potenziale pericolo per gli addetti alla movimentazione e alla lavorazione, i dipendenti non facevano uso di alcun dispositivo di protezione individuale, ne’ erano state adottate precauzioni per evitare l’insorgere di malattie nei lavoratori. L’intero impianto illegale e’ stato sequestrato.
Sempre nell’area dell’Oasi del Simeto, i controlli sono stati estesi anche ai veicoli in circolazione. Sono stati cosi’ fermati e controllati due autocarri che trasportavano 3 tonnellate di legna. A bordo dei veicoli, due minori di 12 e 13 anni – veramente piccoli, per essere impegnati in un lavoro cosi’ gravoso – che erano sprovvisti del benché minimo presidio di sicurezza per evitare incidenti sul lavoro.
Anche in questo caso, i responsabili sono stati indagati per reati in materia di sicurezza e salubrità sui luoghi di lavoro e per l’indebito impiego dei minori in attività lavorativa pesante e senza il rispetto delle norme di sicurezza. Ancora una volta, e’ scattato il reato di truffa aggravata per uno dei due autisti, che era intestatario di indennità di disoccupazione, pur non avendone alcun diritto.