Si è tenuta stamane, dalle 7 alle 10, un’assemblea dei lavoratori della ditta catanese Tecnis, che secondo i sindacati sarebbe “a rischio chiusura”, visto che avanza qualcosa come 40 millioni di euro da varie amministrazioni. La scorsa settimana c’è stato uno sciopero di 8 ore e la vertenza è stata discussa a Roma, al Ministero dello sviluppo economico.
Le maestranze sono in stato d’agitazione e oggi i sindacati hanno comunicato ai lavoratori i risultati delle interlocuzioni di questi giorni dei sindacati con Ferrovie e impresa. “Abbiamo appreso ieri dalla stazione appaltante Rfi, e dalla stessa azienda, che a partire da venerdì Ferrovie pagherà a Tecnis gli stati di avanzamento lavori (Sal) 23 e 24 maturati – dichiarano Piero Ceraulo e Francesco Piastra per la Fillea Cgil Palermo e Ignazio Baudo e Salvatore Puleo per Feneal Uil – Il primo, da 1 milione 300 mila euro, andrà quasi interamente ai subappaltori. Il secondo, da 1 milione, resterà in azienda. I lavoratori hanno stabilito, pertanto, insieme alle organizzazioni sindacali, di chiedere che i soldi degli incassi delle fatture vadano oltre che ai fornitori anche alle maestranze impegnate. Aspetteremo un primo saldo degli stipendi. Se gli incassi non saranno utilizzati per pagare le spettanze arretrate, alla luce del mancato pagamento avvieranno altre forme di lotta”.
Lo stato di agitazione proclamato per oggi non ha consentito la regolarità delle lavorazioni per la durata delle tre ore di assemblea. “Non c’è mai stata una dichiarazione di sciopero per tutta la giornata”, dicono Fillea Cgil e Feneal Uil. Oggi, inoltre, è partita la richiesta d’autorizzazione di un presidio in Prefettura per mercoledì 24 maggio. “Intendiamo sensibilizzare il prefetto nella convocazione urgente di un tavolo con Comune di Palermo, Rfi e Tecnis – aggiungono Piastra e Ceraulo e Puleo e Baudo – Le organizzazioni sindacali propongono una strada precisa, che l’azienda possa gestire economicamente il cantiere dell’anello ferroviario con gli incassi maturati dalle lavorazioni stesse. Pensiamo a un accordo che vincoli le risorse provenienti dal cantiere su Palermo e sulle maestranze palermitane, in modo da consentire lo svolgimento regolare delle lavorazioni. Per noi il cantiere si deve finire”.