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Il ricordo

Anniversario don Pino Puglisi, trentadue anni fa l’omicidio del parroco di periferia che combatteva la mafia

lunedì 15 Settembre 2025

Il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno, la mafia uccideva a Palermo don Pino Puglisi, parroco di periferia, missionario, educatore e compagno di migliaia di giovani: un rivoluzionario in un quartiere, Brancaccio, dove Cosa nostra, e in particolare la famiglia Graviano, regnava incontrastata.

Don Pino Puglisi

Per quell’omicidio vennero condannati come mandanti i capimafia Filippo e Giuseppe Graviano, e come killer Salvatore Grigoli, che poco dopo l’arresto del giugno 1997 iniziò a collaborare con la giustizia, confessando 46 omicidi tra cui proprio quello di don Pino. Con lui c’era un altro killer, Gaspare Spatuzza, anche lui divenuto collaboratore di giustizia a partire dal 2008, condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Palermo assieme a Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone, gli altri componenti del commando che aspettò il prete nei pressi dell’abitazione.

Il 28 giugno 2012 Papa Benedetto XVI promulgò il decreto di beatificazione “Super martyrio in odium fidei”. Il 25 maggio del 2013 don Pino Puglisi è stato proclamato Beato. Le spoglie del Beato Puglisi riposano in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano ai piedi dell’altare della cappella dell’Immacolata Concezione nella Chiesa Cattedrale di Palermo.

I messaggi in ricordo di don Pino Puglisi

Renato Schifani

Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha sottolineato l’arduo lavoro condotto da don Puglisi “un sacerdote che ha fatto della fede, dell’impegno educativo e della testimonianza civile la sua missione, fino al dono estremo della vita. A distanza di trentadue anni, la figura di 3P resta un riferimento alto per la Sicilia e per l’intero Paese. Con semplicità e coraggio, padre Puglisi ha mostrato che la legalità e la dignità delle persone possono essere affermate attraverso l’ascolto, l’educazione, l’accompagnamento dei giovani verso percorsi di libertà e di responsabilità. Il suo insegnamento ci ricorda che il cambiamento è possibile se ciascuno fa la propria parte. È un messaggio che continua a interpellare le istituzioni e i cittadini, chiamati insieme a costruire una società più giusta, più solidale e più attenta ai bisogni delle nuove generazioni. La Regione Siciliana intende onorarne la memoria con scelte concrete: sostenere la scuola, il lavoro, la cultura e ogni iniziativa che rafforzi la coesione sociale. È questo il modo più autentico per rendere viva la sua eredità e dare continuità al suo esempio. Ricordare don Pino Puglisi significa riaffermare la speranza di una terra che non si piega alla violenza, ma che trova nella forza della legalità e nella dignità della persona le basi per il proprio futuro“.

Roberto Lagalla

Tra i primi a ricordare Padre Pino Puglisi il sindaco di Palermo Roberto Lagalla: “Sono passati 32 anni dall’uccisione di Padre Pino Puglisi. Trentadue anni da quel sorriso che, più di mille discorsi, ha messo in crisi chi pensava di poter continuare a comandare con la paura. Oggi non celebriamo un’icona, ma ricordiamo un uomo. Un prete che non cercava il martirio né voleva fare l’eroe. Padre Puglisi è stato, semplicemente, un cittadino che ha fatto il proprio dovere con coerenza. E in una terra come la nostra, dove la normalità è spesso rivoluzionaria, questo è bastato per attirare l’odio mafioso. Non ha mai lanciato proclami. Non ha mai cercato lo scontro diretto. Ha scelto l’unico vero modo di combattere la mafia: restituire dignità, opportunità e coscienza a chi sembrava condannato al silenzio e alla rassegnazione. La sua morte non è servita a fermare quel cambiamento. Al contrario, ha reso ancora più evidente quanto la mafia abbia paura dell’educazione, del pensiero libero, dei piccoli gesti quotidiani che costruiscono comunità. Palermo ha bisogno di memoria, ma ancora di più ha bisogno di continuità. I semi che ha piantato Padre Puglisi non devono restare commemorazioni. Devono essere scelte. Ogni giorno“.

Edy Tamajo

Oggi Palermo ricorda Padre Pino Puglisi, nel giorno in cui nacque e nello stesso giorno in cui fu barbaramente ucciso dalla mafia. Una coincidenza che segna ancora le coscienze e che ci spinge a interrogarci sul presente e sul futuro della nostra città. Quel murale non è soltanto un’opera artistica, ma un segno di memoria viva in un quartiere che don Pino ha servito da parroco, sostenendo tante famiglie sul piano umano e spirituale. La sua testimonianza ci insegna che è possibile contrastare la cultura mafiosa con la forza dell’educazione, dell’ascolto e della vicinanza ai più fragili. Abbiamo bisogno di nuove figure che, seguendo il suo esempio, sappiano camminare con la schiena dritta accanto ai bambini, ai giovani, alle famiglie. Viviamo tempi difficili, ma la memoria di Padre Puglisi deve essere per tutti noi un faro, un invito a non arrenderci e a costruire ogni giorno una società più giusta e solidale“. Ricorda in una nota l’assessore regionale alle Attività Produttive Edy Tamajo.

Marco Intravaia

Il deputato regionale di Forza Italia Marco Intravaia, componente della Commissione Regionale Antimafia, ha così commemorato padre Pino Puglisi: “Sono trascorsi 32 anni dalla morte di padre Pino Puglisi, assassinato dalla mafia nel giorno del suo compleanno. La Chiesa ne ha riconosciuto il martirio, dichiarandolo beato. Padre Puglisi era un parroco di frontiera, nel quartiere Brancaccio sottraeva manovalanza alla criminalità organizzata, che ha deciso la sua condanna a morte. Al killer che stava per ucciderlo ha rivolto un sorriso. Ho reso omaggio alla sua memoria, recandomi a pregare nella cattedrale di Palermo, dove riposano le sue spoglie mortali. “Se ognuno fa qualcosa si può fare molto”, le sue parole sono oggi più che mai un monito per tutti noi a combattere contro la mafia e ogni forma di illegalità“.

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