
“Quello che è successo a Monreale ci richiama tutti alla responsabilità e noi pensiamo che sia frutto di quella cultura mafiosa che ancora è forte e dilagante. Portare avanti o difendere la memoria di storie come quella di Peppino credo possa aiutarci ad avere punti di riferimento sani che rimandano a valori quali la giustizia sociale, la solidarietà, l’uguaglianza utili anche a contrastare questa mentalità”. Così Luisa Impastato, nipote di Peppino Impastato, nel corso delle manifestazioni per ricordare l’attivista ucciso dalla mafia a Cinisi il 9 maggio del 1978. “Cinisi in questi anni è cambiata – aggiunge la nipote di Impastato -. Oggi c’è la presenza delle istituzioni, c’è la presenza della scuola che in anni passati era per lo più assente, quando venivano scolaresche da ogni parte d’Italia. Sono segnali di vicinanza, segnali importanti di lavoro che è stato fatto in questi anni che ci da grandi speranze”.

“A 47 anni dall’uccisione per mano mafiosa, la figura del giornalista e attivista Peppino Impastato resta un esempio moderno di ribellione e lotta al condizionamento di cosa nostra. Con coraggio e spirito di ribellione, Peppino Impastato ha generato e portato avanti una vera e propria rivoluzione culturale, sfidando apertamente i boss, proseguita negli anni dopo la sua morte dai familiari che non si sono mai stancati di cercare la verità su quel vigliacco agguato. La memoria di Peppino Impastato non deve essere dispersa e Palermo vuole continuare a ricordarlo. Per questa ragione, ho firmato una determina sindacale, con la condivisione del vicesindaco e assessore alla Toponomastica Cannella, per richiedere alla Prefettura l’installazione di una targa a Villa Sperlinga che celebra Peppino Impastato e la madre Felicia, quali testimoni della battaglia antimafia e dell’impegno sociale, in modo da realizzare il progetto voluto e sostenuto dal Comune di Palermo e proposto dagli studenti del Liceo Artistico Almeyda-Crispi”. Lo ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla.


“Il 9 maggio di quarantasette anni fa veniva ucciso Peppino Impastato, il suo ricordo deve essere vivido nella memoria di tutti, in particolare in quella dei giovani”, a dichiararlo è Raoul Russo, senatore di Fratelli d’Italia e componente dalla commissione antimafia. “Peppino è per tanti simbolo di un impegno contro le mafie, la corruzione, le ingiustizie. La voce di Impastato era una voce libera che non si è piegata alle minacce e al ricatto mafioso e ha lottato per una Sicilia migliore e libera dalle ingiustizie. Dobbiamo prendere, tutti, esempio da lui e non chinare mai la testa davanti alle ingiustizie”, conclude Russo.

“Il 9 maggio rappresenta una ferita ancora aperta nella coscienza nazionale. In questa giornata di memoria, l’Italia si stringe attorno al ricordo di Aldo Moro e Peppino Impastato, uccisi nello stesso giorno del 1978 da due fronti opposti ma ugualmente nemici della democrazia: il terrorismo delle Brigate Rosse e la violenza mafiosa. Due storie, due visioni del mondo, ma un unico coraggio: quello di non piegarsi alla barbarie. Il loro sacrificio ci impone di non abbassare mai la guardia. Fratelli d’Italia rinnova oggi il suo impegno per la difesa delle istituzioni, della legalità e dei valori repubblicani.” Lo dichiara Manlio Messina, deputato di Fratelli d’Italia.

“Oggi ricordiamo Peppino Impastato, assassinato barbaramente dalla mafia il 9 maggio 1978. Un siciliano coraggioso che scelse di rompere il muro dell’omertà con la sola forza della parola, della cultura e dell’ironia. Peppino Impastato rappresenta un esempio limpido di impegno civile e politico. La sua lotta contro la mafia non si è mai limitata alla denuncia, ma è stata un’autentica rivoluzione culturale. Attraverso Radio Aut, ha dato voce a una generazione che rifiutava il compromesso e che si ribellava al potere criminale donando la sua vita in nome della verità, della legalità e della giustizia sociale. Oggi è nostro dovere raccogliere la sua eredità e trasformarla in azione concreta, nelle istituzioni e nella società attraverso l’impegno quotidiano”. Lo ha detto il vicepresidente del gruppo PD all’Assemblea Regionale Siciliana, Mario Giambona, in occasione del 47esimo anniversario della morte di Peppino Impastato

denuncia della violenza mafiosa. Il suo corpo fu dilaniato dal tritolo e in un primo momento la criminalità organizzata provò anche a depistare le sue responsabilità. Oggi è giustamente considerato uno degli eroi dell’antimafia e un esempio di libertà per tutti, soprattutto per i giovani cui ogni giorno vengono proposti troppi modelli negativi”. Con queste parole il deputato regionale Marco Intravaia, componente della Commissione regionale Antimafia, ha ricordato Peppino Impastato nel giorno dell’anniversario della sua morte.