L’ex esponente dei Radicali Italiani Antonello Nicosia è stato condannato a 16 anni e 8 mesi per associazione mafiosa e falso.
Secondo l’accusa, rappresentata dal pm di Palermo Gery Ferrara, avrebbe progettato estorsioni e omicidi insieme al boss di Sciacca Dimino, condannato a 20 anni, e si sarebbe introdotto nelle carceri per incontrare mafiosi detenuti grazie al suo ruolo di assistente parlamentare della deputata di Italia Viva Giusy Occhionero processata separatamente.
I due coimputati di Nicosia e Accursio Dimino, Paolo e Luigi Ciaccio, accusati di favoreggiamento, sono stati condannati a 2 anni e 4 mesi. Nicosia venne fermato dalla Dda di Palermo a novembre del 2019. Con lui finì in manette Dimino, capomafia di Sciacca. Pedagogista, esponente dei Radicali Italiani, noto per le sue battaglie in favore dei diritti dei detenuti, Nicosia era un insospettabile.
Le indagini lo descrissero invece come “pienamente inserito in Cosa nostra”. Parlava come un uomo d’onore, progettava insieme al capomafia, suo frequentatore abituale, danneggiamenti, estorsioni e omicidi. E, utilizzando il ruolo di collaboratore parlamentare di Giusy Occhionero, deputata di Leu, poi passata a Italia Viva, incontrava boss detenuti, dava loro consigli, si accertava che non si pentissero e riferiva all’esterno i loro messaggi. Occhionero è sotto processo separatamente con l’accusa di falso in concorso con il Radicale che è stato condannato, oltre che per mafia, anche per questo capo di imputazione. Avrebbe fatto passare il Radicale, allora conosciuto solo telefonicamente, per suo assistente, consentendogli di entrare con lei nelle carceri senza autorizzazione.
Solo in un secondo momento, dopo tre ispezioni in istituti di pena siciliani, i due avrebbero formalizzato il rapporto di collaborazione. Grazie al rapporto con la Occhionero, Nicosia ha incontrato boss detenuti al 41 bis come Filippo Guttadauro, cognato di Messina Denaro.