Se la dea bendata è il simbolo della fortuna, la Messina bendata è una città che non riesce a guardare le sue bellezze, che ha perso ogni cognizione della sua identità.
Però, quella benda sugli occhi che oscura lo sguardo dal terremoto del 1908 in poi deve essere strappata. Soprattutto affinchè le generazioni più giovani riscoprano l’orgoglio di essere messinesi. Ecco perché le dichiarazioni del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi in occasione della presentazione del docufilm La Messina bendata al Palacultura, hanno un doppio valore.
“Vi faccio una proposta- ha detto Sgarbi rivolgendosi al sindaco Basile ed all’assessore alla cultura Enzo Caruso- In occasione dell’anniversario di Antonello da Messina vi porto il Trittico Madonna col Bambino tra San Giovanni e San Benedetto che è attualmente alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Il sottosegretario alla cultura lo avete dalla vostra parte….ora spetta a voi”.
Il Trittico di Antonello peraltro è stato “ricomposto” proprio da Sgarbi attraverso una serie di vicende che ha raccontato nel corso della serata al Palacultura e che testimoniano l’attenzione del sottosegretario per Antonello da Messina. La proposta è quindi quella di una mostra a livello internazionale sull’artista messinese. E che Sgarbi sia innamorato di Messina e di Antonello lo dimostra anche il tour di tappe che nel giro di 24 ore ha fatto in riva allo Stretto. Dopo l’intervento al Palacultura il sottosegretario si è spostato al Museo Regionale, dove con il direttore Orazio Micali ha apprezzato la mostra Seguendo Caravaggio, mentre la mattina di ieri l’ha dedicata alla Gamm al Palacultura e a Cristo Re.
Ed è proprio questa “scoperta” o riscoperta dell’immenso patrimonio artistico di Messina, dal ‘900 ai giorni nostri che è alla base del docufilm La Messina bendata, proiettato in anteprima al Palacultura, nato su idea dello scultore Lillo Scipilliti, prodotto dalla Cinematografica Siciliana di Luigi Stancanelli, realizzato dal regista Salvo Grasso e condotto da Rosy Trapa.
Il docufilm, realizzato con il patrocinio del Comune di Messina, della Città Metropolitana di Messina, dell’assessorato regionale allo Spettacolo e con la partnership del Lions Club Colapesce, è un viaggio generazionale che attraverso interviste agli stessi artisti, ma anche a esperti, giornalisti e critici, spazia dal post terremoto fino ad arrivare ai nostri giorni.
Tra i nomi figurano Lelio Bonaccorso, Antonello Bonanno Conti, Carmelo Cacciola, Nino Cannistraci, Pino Coletta, Carmen Crisafulli, Enzo Currò, Michele D’Avenia, Fortunato Del Dotto, Concetta De Pasquale, Fabio Di Bella, Massimo Di Prima, Nino Gambadoro, Maurizio Gemelli, Luigi Ghersi, Mimmo Irrera, Mantilla, Fabio Pilato, Puccio, Stello Quartarone, Maria Rando, Bruno Samperi, Alfredo Santoro, Lillo Scipilliti, Piero Serboli, Sara Teresano, Togo e Ranieri Wanderligh.
È anche un omaggio a quanti, spesso non valorizzati adeguatamente nella nostra terra, hanno portato il nome di Messina in tutto il mondo.
Non a caso le targhe e le pergamene consegnate a fine serata sono state in ricordo di Luigi Ghersi (morto lo scorso anno e che nel docufilm è intervistato e lascia un importante messaggio ai giovani) ed a Franz Riccobono (anche lui scomparso nel 2022 e che con l’impegno di tutta la vita per la valorizzazione del patrimonio messinese è da esempio indimenticabile).
L’indignazione con la quale Linuccia Fazzari, intellettuale, saggista, musa e compagna di vita di Ghersi, invita la città a rinascere ed a togliere dall’oblio le opere d’arte, è con ogni probabilità la sintesi del docufilm che sia il sindaco che l’assessore hanno già in programma di valorizzare.