“Mi chiedete se sia l’inizio della mia campagna elettorale? No, non lo è. Ho deciso di parlare pubblicamente per evidenziare quello che ho fatto per Messina in questa legislatura all’Ars e per dire che ci può essere un futuro per questa città ma è fondamentale una visione strategica”. Lo ha detto Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars, in conferenza stampa a Messina, a Palazzo dei Leoni.
“Nella legislatura che sta per concludersi – ha spiegato Ardizzone – mi sono assunto l’impegno di fare atti strategici per questa città. In primis Messina Città Metropolitana, un riconoscimento di cui mi prendo il merito. Abbiamo fatto una battaglia anche con Enzo Bianco perché in base alla normativa nazionale sarebbe toccato soltanto a Palermo tale riconoscimento, ma abbiamo tradotto le nostre intenzioni in atti legislativi e la battaglia è stata vinta”.
“Oggi – ha proseguito – Messina è Città Metropolitana ed è stato sottoscritto il Masterplan. C’è poi l’articolo della conferenza interregionale con Reggio Calabria di cui mi sono fatto promotore io e che è diventato legge, sottraendo un alibi a chi sosteneva che non possiamo interagire con Reggio. Anche sulla Cittadella della Cultura ho fatto in modo che venisse cosi sottratto a qualche speculazione l’ex Ospedale Margherita. E ho preteso con forza lo scioglimento dell’Ente Porto, anche lottando contro alcuni deputati regionali. Questi sono fatti, non annunci. Io chiudo questa legislatura con la coscienza a posto. Io non mi sono occupato di trasferire portantini da un reparto ospedaliero all’altro e non chiedo scusa di ciò perché non è questo il mio compito. Ho cercato di fare la mia parte per favorire una visione strategica di Messina”.
Poi l’analisi sull’imminente appuntamento con le Regionali di novembre: “Siamo ormai vicini al voto e io al momento dico soltanto che stiamo andando verso un sistema tripolare e lo abbiamo sperimentato con il Governo Crocetta. Bisogna stare attenti, io all’Ars ho cercato di far abrogare il voto segreto, che ha molto condizionato l’attività del Parlamento. Imparano ancora vecchie logiche e antichi metodi. Non esistono più partiti e gruppi parlamentari. Io ritengo che ci voglia un codice etico, non è ammissibile che ci siano politici che cambiano continuamente casacca“.
Tra un anno si vota a Messina e c’è chi ipotizza proprio una discesa in campo di Ardizzone: “Per il futuro di Messina la premessa deve essere il voler uscire da questa fase decadente. Si è quasi persa la speranza. Per prima cosa bisogna stabilire cosa vogliamo fare di questa città, puntare sul turismo, la cultura, il terziario. Occorre avere la capacità di intercettare dei finanziamenti per il territorio. Troppi giovani vanno via da Messina e bisogna invertire questa tendenza, puntare come detto su una visione della città e ricordarsi che noi siamo Città Metropolitana e questo significa che possiamo interloquire direttamente con l’Unione Europea. Nella nostra città stanno cambiando molte cose e ci sarà un voto libero. Il voto di scambio è reato e col voto di scambio si delegittimano le Istituzioni e si rende servo una persona, giocando sul suo bisogno”.
E sulla norma varata di recente dall’Ars, che resuscita di fatto le ex Province, Ardizzone non le manda a dire: “Abbiamo esitato all’Ars una norma che è assolutamente un aborto. Verrà impugnata dal Governo nazionale e dichiarata incostituzionale dalla Corte costituzionale”.
E conclude: “Mi ricandido alle regionali, questo è un dato scontato. Mi ricandido nella speranza di potere continuare a svolgere il mio ruolo da deputato regionale, così come ho fatto in questi anni”.