Associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione aggravata e concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Con queste accuse questa mattina è stato arrestato l’ex consigliere comunale di Palermo di Fratelli d’Italia Mimmo Russo (CLICCA QUI).
Il presidente cittadino di Fratelli d’Italia a Palermo, Antonio Rini è intervenuto annunciando la sospensione di Russo dal partito: “Girolamo Russo, da tempo semplice iscritto di Fratelli d’Italia senza più alcun ruolo nelle istituzioni, è stato immediatamente sospeso da Fratelli d’Italia. Avrà l’occasione di difendersi nelle aule di giustizia, ma le accuse lo rendono incompatibile con Fratelli d’Italia“.
“‘Essere stato costantemente a disposizione di Cosa nostra’. Questa accusa, che ricostruisce la storia dell’esponente (da ultimo) di Fratelli d’Italia, Mimmo Russo e che ha portato al suo arresto a Palermo, disvela qualcosa di profondo e che alcuni di noi hanno denunciato da tempo: l’intreccio sempre più stretto tra mafia, massoneria e politica, la ‘domanda di mafia’ che torna in un pezzo della politica e della società, l’utilizzo della cosa pubblica per l’offerta di ‘servizi’ alla criminalità organizzata, in un sistema che crea una costante reciprocità di favori“. Così il componente della segreteria nazionale del Partito Democratico e della Commissione Antimafia Giuseppe Provenzano ha commentato il fermo.
“Questa vicenda – aggiunge – dovrebbe rappresentare l’occasione per rialzare la tensione nella lotta alla mafia, per rilanciare, non sterili polemiche e strumentalizzazioni, ma il lavoro della Commissione antimafia sull’urgenza del presente, sullo scenario che emerge da questi fatti, per dotarci di strumenti e pratiche per mettere la politica tutta e l’amministrazione pubblica al riparo dai condizionamenti di un potere mafioso che a livello locale torna ad essere pervasivo“.
Sulla vicenda è intervenuta anche la vice presidente del gruppo M5s alla Camera Vittoria Baldino: “Ancora un arresto per un esponente di Fdi, ancora una bruttissima vicenda che coinvolge un esponente del partito della presidente Meloni, quello stesso partito che a giorni alterni usa a sproposito il nome di Paolo Borsellino e che si esibisce in continue esibizioni muscolari sulla legalità. Non fanno in tempo a finire di twittare su Bari e Torino che gliene arrestano uno in casa. La verità è che le loro chiacchiere insopportabili servono solo a coprire una realtà drammatica per il nostro Paese“.
“A Palermo – prosegue – oggi è stato arrestato Mimmo Russo, uomo di Fratelli d’Italia e potente ex consigliere comunale. Le accuse sono pesantissime e sarebbero corroborate dalle parole di una decina di pentiti: concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso e estorsione aggravata. Periodicamente, da varie zone d’Italia, saltano fuori vicende giudiziarie molto pesanti che vedono come protagonisti rappresentanti delle istituzioni di Fdi e di tutto il centrodestra; nel frattempo, già dal suo primo provvedimento, il governo indebolisce, pezzo dopo pezzo, l’armamentario dello Stato contro la corruzione e i comitati d’affari mafiosi. Pochi giorni fa è venuta a galla la prima grande inchiesta sulle truffe ai danni del fondi del Pnrr e la Procura Europea ha fatto sapere che su 206 inchieste aperte sul Pnrr, 179 riguardano l’Italia. Ecco la legalità in salsa Meloni“.
Il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca ha commentato: “Le accuse, pesantissime, che hanno portato in carcere l’esponente del partito della Meloni, Mimmo Russo, sono un pugno allo stomaco dei cittadini onesti e fanno male, molto male, alla politica. Notizie del genere non possono che contribuire a fare diventare voragine il fossato già esistente tra cittadini ed istituzioni e ad allontanare ulteriormente la gente dalle urne. Ovviamente, e non ci stancheremo mai di ribadirlo, tutti sono innocenti – aggiunge – fino al terzo grado di giudizio, una riflessione però è d’obbligo: il voto di scambio, una delle pesantissime accuse mosse a Russo, nella fattispecie scambio politico-mafioso, rischia di compromettere qualsiasi competizione elettorale”
Con una nota è intervenuto anche Giuseppe Antoci, Candidato Capolista Circoscrizione “Isole” MoVimento 5 Stelle al Parlamento Europeo: “Quest’oggi la Sicilia si è svegliata con l’arresto di un ex amministratore palermitano accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione aggravata e concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Ombre pesanti che riportano le lancette della politica indietro nel tempo verso momenti bui.
Purtroppo non si tratta di un episodio isolato. Commistioni disgutose col malaffare sono state al centro delle cronache nazionali anche a Bari e a Torino. Un autentico rigurgito di mala politica che ritiene ancora oggi di poter scendere a patti con la parte peggiore della società per perseguire i propri obiettivi”.