Gli occhi di Roma sono puntati sul Movimento 5 Stelle in Sicilia. Ed in particolare sul gruppo parlamentare di Palazzo dei Normanni. E’ oramai notizia certa che una lotta politica fratricida divide in due schieramenti i deputati grillini dell’Ars. Da un lato gli oltranzisti, dall’altro i moderati, più una fetta di grillini che osserva attentamente su quale versante del fiume è più opportuno immergersi.
I risultati delle ultime elezioni regionali in Calabria e in Emilia Romagna non sono un buon segno per un partito che in pochi anni, in termini di consenso elettorale, ha fatto evaporare milioni di voti.
Ma guai elettorali a parte, i deputati regionali in questi giorni dovranno cercare di sbrogliare la matassa dei loro dissidi. Con quattro o cinque deputati guidati da Sergio Tancredi pronti a sfilarsi e far nascere un nuovo gruppo parlamentare più dialogante con il governo Musumeci. Il gomitolo delle divergenze politiche doveva essere sciolto ieri pomeriggio (27 gennaio ndr). Ma Tancredi, che avrebbe dovuto chiarire la propria posizione, non era presente nelle stanze del gruppo di Palazzo dei Normanni.
A quanto pare, gli impegni personali del deputato di Mazara del Vallo hanno impedito l’avvio della discussione politica interna. Oggi si deciderà il da farsi. Ma il clima è teso e molto delicato. Una mossa errata da parte di una delle due fazioni potrebbe far saltare in aria una bomba ad orologeria che recherebbe ancora più danno alla triste situazione attuale del partito di Beppe Grillo. Il quale proprio ieri ha dichiarato che per problemi di salute non potrà essere in Sicilia per i suoi due spettacoli. Qualcuno crede che la batosta elettorale è il vero problema della sua rinuncia.
E mentre il Movimento 5 Stelle si scioglie come neve al sole, in Sicilia un dato è certo: cinque deputati del gruppo parlamentare hanno già un piano b.
La tavola è già apparecchiata con il benestare di diversi parlamentari di Roma, tra i dissidenti e i ‘cacciati’ del Movimento 5 stelle. Un nuovo gruppo parlamentare è alle porte e potrebbe avere un filo conduttore molto più ampio rispetto alle mura di cinta di Palazzo dei Normanni. L’asse portante del nuovo schieramento potrebbe arrivare nel Capoluogo trascinandosi dietro la base del partito del Movimento 5 stelle e di numerosi meet up che chiederebbero a gran voce la riaffermazione degli antichi valori per cui è nato il partito di Casaleggio. Una sorta di re-start del movimento attraverso un nuovo leader. Un movimento marchiato a fuoco dal senatore espulso dal m5s Gianluigi Paragone con in più l’apporto del filosofo Diego Fusaro potrebbe essere la strada maestra.
Proprio il giornalista ex grillino osserva con molta attenzione da lontano i movimenti del gruppo parlamentare in Ars. Pare che abbia già dato la sua benedizione all’ipotetica nascita di un nuovo gruppo parlamentare. Ma la strada è lunga e piena di insidie. Se gli oltranzisti al posto dei No politici dovessero tendere la mano ai moderati, il Movimento 5 stelle posticiperà la fine di un’era che è già segnata dalla storia politica di questi mesi. Viceversa, decreteranno l’esecuzione immediata del gruppo parlamentare come la fine del Re di Francia Luigi XVI.
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