C’è amarezza per alcuni aspetti della vicenda, c’è soprattutto la volontà di ristabilire, attraverso i verbali e gli atti, la veridicità del risultato elettorale. Luigi Genovese, inizialmente dato tra gli 8 deputati regionali eletti, poi in seguito al riconteggio risultato fuori e superato dalla Lega per un margine di 30 voti (il seggio è andato all’uscente Pippo Laccoto), presenterà ricorso al Tar. Sono stati gli avvocati Marcello Scurria e Francesca Andò in conferenza stampa questa mattina a spiegare non solo le motivazioni del ricorso, ma anche quanto accaduto nelle ultime settimane quando si sono scontrati “contro un muro di gomma” con riferimento all’ufficio centrale del Tribunale di Messina.
Lo staff e una squadra di oltre 30 giovani che hanno seguito Luigi Genovese in una campagna elettorale che lo ha portato a registrare oltre 9 mila voti, non appena gli esponenti di Sicilia Vera hanno chiesto verifiche sui conteggi, hanno fatto altrettanto, scoprendo verbali irregolari, lacunosi, sviste clamorose in numerose sezioni. Nel frattempo l’ufficio centrale del Tribunale ha concluso i controlli e il nuovo quadro ha visto il terzo seggio attribuito in modo pieno a Sicilia Vera (con Alessandro De Leo) ed ha attribuito il seggio con i resti alla Lega, lasciando fuori Genovese e la lista Mpa. Contemporaneamente, carte alla mano, i legali di Genovese hanno chiesto verifiche su una serie di sezioni ma si son visti opporre un no netto dal Tribunale.
“Insieme alla collega Andò abbiamo seguito tutta la vicenda- spiega Marcello Scurria-Il risultato elettorale era basato su verbali pieni zeppi di errori. Qui a Messina non abbiamo trovato un ufficio centrale in grado di voler controllare questi documenti, ci siamo scontrati con un muro di gomma. Abbiamo chiesto una verifica ma l’ufficio centrale si è chiuso dietro un formalismo inspiegabile. Si è falsato un risultato chiaro, c’è qualcosa che non va”.
Scurria e Andò spiegano che altri uffici centrali hanno agito diversamente, come ad esempio a Siracusa. La richiesta era semplice, bastava confrontare i verbali e la tabella di scrutinio. “I verbali dovrebbero essere lo specchio della tabella ma ci hanno detto che non possono guardare. È come chiedere di tradurre dal cinese con il vocabolario accanto e non usarlo. Non chiediamo voti in più ma vogliamo che venga accertato la genuinità del voto. Abbiamo i verbali di Siracusa dove hanno fatto un lavoro certosino ma perché li si può fare e qui no? Invece siamo stati presi a pesci in faccia, ci hanno detto, fate ricorso al Tar”.
Le istanze, come spiega Francesca Andò, sono state ben due, sono state presentate in tempo proprio per evitare un ricorso al Tribunale amministrativo, alla luce di quanto accaduto in altre realtà e di un normale lavoro di verifica. Sarebbe bastato un controllo tra due tabelle invece a Messina non è stata data questa possibilità. I tempi tecnici non sono lunghissimi, prosegue Francesca Andò, in teoria circa cinque o sei mesi, ma quel che amareggia è proprio la reazione dell’ufficio centrale. Quanto ai voti, in base alle verifiche fatte dallo staff l’Mpa e Genovese sono stati penalizzati di circa 100 voti, numero che fa la differenza e peserà come un macigno al Tar.
“Abbiamo avuto tantissimi consensi, voglio ringraziare una squadra di oltre 30 giovani che si è impegnata in questi mesi senza sosta- ha aggiunto Luigi Genovese– Farò ricorso per ristabilire l’equilibrio e la veridicità del risultato del risultato elettorale rispetto. In ogni caso io continuo il mio impegno al fianco della coalizione, nel partito, e con il presidente Schifani. Sono a disposizione del centrodestra e del governo e seguirò con attenzione i lavori dell’Ars”.
Non è solo una questione di ottimismo per Luigi Genovese rispetto al ricorso, ma di passione politica e impegno rispetto anche ad un’azione avviata nel 2017 quando è entrato per la prima volta all’Ars.