Non saranno i partigiani del Pd, ma pensano a fare scissioni dentro FI. Oggi si sono incontrati a Caltanissetta, Marianna Caronia, Tommaso Calderone, Rossana Cannata e Riccardo Gallo Afflitto. I dissidenti del fronte interno di FI alla linea di Gianfranco Miccichè.
Al di là degli esiti interlocutori viene ribadita la posizione di riaprire il dialogo dentro Forza Italia. Almeno per ora.
La linea di partenza potrebbe però andare oltre e abbracciare tutti gli scontenti e i delusi. Arrivare possibilmente a una decina di parlamentari, raggranellando anche nel Pd e nel centrosinistra aiuti alla causa.
Per creare problemi alla ‘maggioranza che non c’è’ come l’ha definita Nello Musumeci, ne bastano anche sei o sette. Tra gli attuali Miccichè ha messo in conto di poter perdere Caronia e Cannata, ma ancora nutre più di una speranza sul recupero di Gallo e Genovese.
L’attività dell’Aula poco rilevante finora non ha messo in luce se non poche, ma sostanziali, crepe. A partire dalle bocciature dei disegni di legge sul terzo mandato e sull’abolizione del voto di parità di genere. Episodi avvenuti in commissione Affari istituzionali dove la maggioranza è comunque risicata.
Nel Defr si evidenzia poi come mancano all’appello oltre 411 milioni di euro. Molti dei passaggi che in tal senso dovranno portare a soluzioni poggiano sulla trattativa con lo Stato che sta portando avanti con pazienza certosina il vicepresidente della Regione Gaetano Armao.
Una vertenza quella con Roma caratterizzata da molti aspetti tecnici che mettono in discussione una serie di rivendicazioni da parte della Sicilia, ma che necessitano in ogni caso di una interlocuzione da sviluppare con un governo romano, di scopo, tecnico, politico o di ogni altra formula che potrebbe vedere la luce non prima della fine di aprile.
Ecco dunque che si farebbe strada, tra le altre ipotesi, quella di preparare una sorta di documento tecnico ridotto all’essenziale, da approvare entro aprile, con accanto un collegato con una serie di misure a parte, dove rientrerebbe un ruolo più attivo dell’aula.
Il governo regionale a guida Musumeci del resto vuole tracciare una linea di discontinuità dall’impianto di bilancio del suo predecessore. Per segnare differenze più che analogie rispetto al passato. Spazio dunque alle norme su Cas e Anas che potrebbero arrivare insieme a quelle sulla riforma degli Iacp, la soppressione dell’Esa, ma anche la ridefinizione di alcuni aspetti che riguardano l’Urega all’insegna della semplificazione con l’ipotesi di bandi che rendano più trasparenti le gare all’insegna del metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa.