Sono e continuano ad essere settimane concitanti per la politica siciliana. La mozione di sfiducia ha agitato le acque a Sala d’Ercole, senza produrre alcun effetto concreto. La maggioranza ha dimostrato compattezza difendendo l’operato del presidente Schifani. Incombe adesso la finanziaria, con il centrodestra nuovamente chiamato alla prova d’aula.
Ne parliamo con il deputato forzista Salvo Tomarchio.
Onorevole Tomarchio, un commento sulla mozione di sfiducia bocciata dall’aula
“Una mozione velleitaria, utile solo all’opposizione per dimostrare quasi a fine legislatura di esistere. Irresponsabile, perché proposta in piena finanziaria: per assurdo, se fosse passata, avremmo consegnato alla Sicilia un esercizio provvisorio, bloccando quindi la crescita e il sistema economico. Inconsistente, perché non è emersa una sola proposta, solo un lungo e sterile elenco di cose che non funzionano da decenni, ma che con questo Governo stanno migliorando, e di casi giudiziari personali dai quali ognuno si difenderà nelle aule competenti, che non sono certo quelle parlamentari“.
Cosa si aspetta dalla finanziaria?
“La mozione di sfiducia è stato un grande boomerang per le opposizioni, quindi purtroppo mi aspetto un atteggiamento di ostruzionismo totale per recuperare il terreno perso. La maggioranza dovrà fare la maggioranza, ricordandosi che fuori dal palazzo i siciliani ci osservano e giudicano. Qualche articolo rischia, ma fa parte del ‘gioco d’aula’. Il grosso della finanziaria però terrà, insieme alle misure più importanti. Possiamo approvare la finanziaria entro fine anno, e dare alla Sicilia gli strumenti per continuare a rialzare la testa e diventare una regione leader in Italia“.
Quale progetti sta portando avanti e quali verranno completati nel breve tempo?
“Vengo dal mondo dell’impresa, del lavoro, di chi conosce la preoccupazione del 16 di ogni mese per pagare contributi, iva, stipendi e fornitori. Questo mi porta ad avere una naturale attenzione ai temi della crescita economica e del rientro dei nostri giovani in Sicilia, che sono anche il ‘core business’ di questo Governo: mai nessuno fino ad ora aveva investito così tanto in misure rivoluzionarie come la decontribuzione, il south working, la digitalizzazione, gli investimenti. Su queste norme il mio impegno parlamentare è massimo. La Sicilia cresce più di tutte le altre regioni d’Italia grazie a queste misure, e ogni tanto sarebbe bello anche dire le cose che vanno. Non si è mai realizzato nulla di buono con una narrazione pessimistica e disfattista“.
Cambiando argomento, lei, prima di emigrare verso Sala d’Ercole, ha rivestito l’incarico di assessore all’interno della giunta Trantino, cosa pensa dei ruoli appena assegnati in città metropolitana e in comune?
“Ho avuto l’onore di servire Catania e i catanesi al fianco del miglior Sindaco che questa Città ricordi. Unico neo a inizio mandato, essere poco avvezzo ai “giochi” della politica. Ha imparato in fretta, e le nomine di questi giorni lo dimostrano. Ha mostrato carattere e finezza di ragionamento. Pesce è un galantuomo, saprà essere un buon Vice dopo un altro galantuomo come il prof. La Greca. Spiace per la mancata nomina di Barbagallo come Vice alla Città Metropolitana, nonostante l’accorato appello sulla stampa di Falcone e D’Agostino. Sarebbe stato un valore aggiunto, ma farà bene anche lui insieme a Montemagno come Consigliere Delegato. A loro i miei migliori auguri di buon lavoro“.
Infine, la DC ha subito un duro colpo con l’arresto del leader Totò Cuffaro ma non ha fatto mai mancare il suo apporto in maggioranza. A suo parere gli ex assessori Messina e Albano dovrebbero essere reintegrati dal presidente Schifani?
“Sono valutazioni che attengono solo ed esclusivamente al Presidente della Regione, che saprà ristabilire il plenum della Giunta in tempi brevi con saggezza e visione. Da parte mia posso solo dire che i colleghi Albano e Messina sono stati dei bravi e seri assessori, e che nulla può e deve essere addebitato a loro, così come a tutti gli altri colleghi della DC. La loro eleganza e lealtà dal giorno dopo l’esclusione dalla Giunta è stata una lezione di politica per molti“.




