Giornata complicata quella di oggi all’Ars.
La commissione Affari istituzionali, presieduta da Stefano Pellegrino (Forza Italia) ha bocciato il disegno di legge che prevedeva la possibilità del terzo mandato per i sindaci dei Comuni al di sotto dei tremila abitanti.
A votare no sono state tutti dal fronte delle opposizione: i quattro deputati grillini (Pagana, Ciancio, Cancelleri, Mangiacavallo), Lupo e Fava.
Come se non bastasse, farà discutere la proposta del capogruppo di Fi Giuseppe Milazzo di abolire il doppio voto di genere.
Chi ha risposto polemicamente è la collega di gruppo forzista Marianna Caronia con un lungo affondo: “Non avendo io nessun passato di modella, soubrette, ballerina o di donna di spettacolo, professioni queste che, per carità, apprezzo e di cui ho il massimo rispetto, ma essendo al contrario solamente una donna, come tantissime altre, impegnata seriamente in maniera esclusiva in politica e che non ha mai goduto di alcuna corsia preferenziale e si è sempre conquistata col voto la rappresentanza nelle diverse Istituzioni, posso forse esprimere più di altre, con forza e con sdegno la mia più totale contrarietà al preannunciato DDL del collega di partito nonché capogruppo all’ARS del partito medesimo, Giuseppe Milazzo, in materia di doppia preferenza di genere”.
Per quanto riguarda il tetto degli stipendi all’Ars la maggioranza dei sindacati, è a favore della bozza di accordo approvata dal Consiglio di presidenza dell’Ars, a eccezione dei tre deputati che rappresentano il M5s. La firma è prevista domani, alle 11. Le sette sigle sindacali hanno sottoposto la bozza ai propri iscritti nel corso di apposite assemblea, l’indicazione è che la maggioranza ha condiviso la proposta presentata da Giorgio Assenza, il deputato-questore incaricato della trattativa dal Consiglio.