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Miccichè: “La gente mi aggredisce per strada, io vittima della demagogia di Giletti”

mercoledì 18 Aprile 2018
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“Ieri sera mi trovavo in un locale e un signore mi ha aggredito verbalmente, accusandomi di continuare a fare assunzioni fregandomene di chi è povero. La gente mi ritiene il massacratore dei poveri perché certa stampa mi definisce in questo modo. Certi giornali mi continuano ad attaccare quando invece continuiamo a fare tagli e a risparmiare”, perché “alla fine se la stampa fa così io mi adeguo, legnate per strada non ne voglio prendere. A dirlo nel corso di un forum dell’agenzia di stampa Italpress è il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè

miccichè“Per sconfiggere la povertà bisogna trovare sistemi diversi dei tagli ai costi della politica e degli stipendi dei dirigenti”. Il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, prosegue: “Purtroppo oggi siamo vittime di una demagogia senza precedenti che ucciderà questo Paese – ha aggiunto Miccichè – La verità è che ci avviamo a grandi passi verso la peggiore classe dirigente che l’Italia abbia mai avuto. La parola d’ordine è ‘tagliare’. Sembra che si viva solo di tagli… non si capisce che tagliando gli stipendi risparmieremo 100 ma perderemo 10 mila in termini di produttività. Se un discorso del genere lo facesse la Fiat pensate che Marchionne continuerebbe a fare l’amministratore delegato? Probabilmente sceglierebbe un lavoro nel quale si diverte di più e ha meno responsabilità”, ha aggiunto Miccichè.

“Chi è più bravo deve essere pagato più degli altri. Sono queste le regole del mercato”. 

E poi si scaglia contro Massimo Giletti, conduttore di Non è l’Arena: “La verità è che secondo certi esponenti del clero, alcuni esponenti della politica e una certa stampa, assolutamente in malafede, sembra che oggi l’unico successo sia quello di tagliare i costi”, invece così facendo “questo Paese andrà sbattere”, ha aggiunto Miccichè.Per alcuni giornalisti il successo è solo superare Massimo Giletti (conduttore di numerose trasmissioni sui costi della politica in Sicilia, ndr)”, ha continuato il presidente dell’Ars.

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Il presidente dell’Ars deve essere libero di potere usare il budget a sua disposizione, i fondi a sua disposizione, come meglio crede per ottimizzare il funzionamento del Parlamento. Da presidente avrò diritto di spendere il budget a mia disposizione come credo sia più opportuno e come credo sia meglio per l’Assemblea? Non è che Miccichè un giorno impazzisce e spende questi fondi in pane e panelle – continua il presidente dell’Ars -, perché se così fosse il Consiglio di presidenza e il collegio dei questori interverrebbero. Ma se all’interno di questo budget decido di avere dieci collaboratori, che mi aiutino – per fare un esempio – a meglio a esaminare la legge finanziaria, devo poterlo fare senza essere criticato”.

Se non avessi avuto il vitalizio, nel periodo in cui non sono stato deputato, probabilmente sarei stato costretto a tornare a vivere con mio padre che ha 97 anni, in attesa di maturare i 67 anni per la pensione. Sarei stato costretto a chiedere l’elemosina davanti a una chiesa. È questo che si vuole oggi dalla politica? E’ questo quello che vogliono i Cinquestelle?”.

miccichèI Cinquestelle “credo stiano studiando un sistema per cui il vitalizio gli arriverà comunque, non dall’Ars ma dalle assicurazioni. Con la minore contribuzione dovuta dal deputato in caso di taglio dei vitalizi stipuleranno delle assicurazioni. Ho detto a Giancarlo Cancelleri (vicepresidente M5S dell’Ars, ndr), di spiegarmi come faranno, possibilmente tornerà utile a tutti”, ha aggiunto.

Miccichè è un fiume in piena come non si vedeva da tempo. Sui tagli ai costi della politica e agli stipendi dei manager e dei dirigenti pubblici non fa sconti a nessuno: “Certa stampa mi ha disegnato in questi mesi come un massacratore dei poveri. Ma io che c’entro con gli stipendi con i portaborse dell’Ars? Sapete che faccio? Vi do’ una notizia in anteprima: Quest’anno daremo 2 milioni di euro in meno ai gruppi parlamentari proprio per i portaborse. Complessivamente risparmieremo 4 milioni di euro. Alla Regione chiederemo un milione di euro in meno. Sono certo che certi giornali domani non ne parleranno o troveranno il modo per criticare anche questo…”

Il presidente forzista del parlamento siciliano non le manda a dire.

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