Addio al Centro Direzionale della Regione previsto in via Ugo La Malfa. Il maxi progetto da oltre 300 milioni di euro voluto fortemente dal governo Musumeci e dall’assessore all’Economia Gaetano Armao ha ricevuto un sonoro stop.
Lo prevede il testo del “Collegato” alla finanziaria approvato oggi dalla Commissione Bilancio dell’ARS, che ha fatto propri alcuni emendamenti di Marianna Caronia.
Il Centro si farà, ma non più in via Ugo La Malfa, strada già troppo trafficata e ingolfata.
Il testo mira a «garantire e tutelare il ruolo istituzionale del Consiglio Comunale, che il Sindaco Orlando e i suoi Assessori vorrebbero invece svilire», attacca la Caronia che ha introdotto la previsione che sulla definitiva ubicazione sia espresso un parere obbligatorio da parte di Sala delle Lapidi.
«È inaccettabile – prosegue Caronia – che da parte non vi sia stata né la sensibilità istituzionale né l’attenzione politica a coinvolgere il Consiglio Comunale e la Commissione Urbanistica» su un progetto faraonico, «che avrà un impatto enorme sulla struttura urbanistica e sulla viabilità di una vasta zona della città. Il Consiglio non può essere spettatore delle scelte di pianificazione».
Anche il M5S tuona contro il metodo adoperato: «Imporlo con legge regionale, in deroga alle norme in materia di edilizia, addirittura bypassando il piano regolatore comunale, è un affronto – dice Giampiero Trizzino – la Regione sta imponendo dall’alto un’opera che non solo rischia di essere completamente decontestualizzata ma addirittura di intralcio per la vita stessa della città, a partire dal traffico veicolare, che in Via Ugo la Malfa è già abbastanza congestionato».
I Cinquestelle si dicono pronti a valutare un esposto alla Corte dei Conti e alla magistratura anche in ragione del fatto che «prima di avviare un’opera del genere la Regione dovrebbe avere contezza precisa di quanto spende per gli affitti». Tra l’altro la zona scelta non è servita dal tram, ma solo dal passante ferroviario, ancora incompleto.
Al Centro Direzionale dovrebbero essere convogliati tutti gli assessorati regionali e circa 4.500 dipendenti. E su un tema del genere – concludono i pentastellati – non basta l’accordo a tre tra Musumeci, Armao e Orlando.
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