La Sicilia non raggiunge gli obiettivi nazionali 2023 in merito all’Assistenza domiciliare integrata, a differenza della stragrande maggioranza delle Regioni.
L’“Assistenza domiciliare” ha l’obiettivo di aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro giugno 2026, almeno 800.000 nuovi pazienti over65, corrispondente al 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni (in linea con le migliori prassi europee), rispetto all’attuale circa 5% in media tra le diverse Regioni italiane.
Il monitoraggio di Agenas
Con 529.761 nuovi over65 assistiti al domicilio, le Regioni hanno superato l’asticella prevista dalla legge e fissata a 526mila pazienti da prendere in carico (esattamente con una percentuale del 101% del numero incrementale degli assistiti rispetto al Target totale stimato). Considerando l’obiettivo target del Pnrr, la percentuale arriva al 138%.
La Sicilia, invece, ha registrato la più bassa percentuale di incremento: appena l’1% rispetto agli obiettivi previsti del 2023. In poche parole, dei 39,121 mila pazienti ne sono stati visitati solo 200.
Cosa comporta?
Mentre le Regioni “virtuose” riusciranno ad accedere alle risorse previste dalla legge per il 2023, chi non ha raggiunto gli obiettivi riceverà una riduzione proporzionale delle risorse fino all’eventuale totale revoca del contributo stesso. Infatti, secondo il Dl: “per l’anno 2024, l’erogazione, a titolo di rimborso, del 50% delle risorse riferite all’annualità precedente (2023), e, a titolo di anticipazione, del 50% delle risorse previste per l’anno 2024, subordinata al raggiungimento degli obiettivi specifici (incremento totale pazienti over sessantacinque) previsti per l’anno 2023″.
Significa che la Sicilia non riceverà i 49.913.184 di euro previsti dal Pnrr e salteranno, quasi sicuramente, quelli degli anni successivi. Mentre quelli anticipati saranno ridotti e persino revocati visto l’1% degli obiettivi ottenuti.
Si evidenzia così che nell’Isola non vi è un Welfare e che l’assistenza quindi non è garantita per gli over 65 che, invece di esser visitati ed attenzionati nelle proprie case, si dovranno rivolgere ai Pronto soccorso ed agli ospedali ingolfati e in crisi tra carenza di personale e posti letto. Inoltre, non si è pensato minimamente al creare occupazione ed assumere personale per garantire l’assistenza domiciliare integrata.
La ripercussione, ovviamente, si ha anche a livello nazionale dove quell’1% abbassa la media del Paese ed a pagarne sono sempre i cittadini.