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"Il fatto non sussiste"

Assoluzione Lupo, il legale Giuseppe Gerbino: “Non ci fu nessuna corruzione”

martedì 12 Marzo 2024

La sentenza di assoluzione per Giuseppe Lupo perché “il fatto non sussiste” ripaga l’ex capogruppo del Pd all’Ars per le tante amarezze che ha dovuto affrontare in questi anni. Ad assisterlo è stato l’avvocato Giuseppe Gerbino.

Avere fiducia nella giustizia,  sia da parte dell’imputato che dei difensori, paga. Un processo condotto con competenza e amministrato da giudici seri, corretti e liberi fa venir fuori la verità. Faccio l’avvocato da 35 anni – afferma Giuseppe Gerbino – e ho un costante riscontro rispetto al fatto che la giustizia, con i suoi tempi e con i suoi modi, in Italia funziona. E per quello che è la mia esperienza posso affermare che la giustizia è amministrata con il massimo rigore e serietà. Mi fido dei giudici”. Gerbino ha una importante esperienza nell’ambito dei reati contro la pubblica amministrazione e di colpa medica. E non solo.

La vicenda per cui Lupo fu ritenuto “impresentabile” ed escluso dalla candidatura alle scorse Regionali riguarda alcuni precisi fatti dell’epoca (clicca qui), nominato amministratore giudiziario dall’ex presidente della sezione misure di prevenzione Silvana Saguto, poi condannata per corruzione e radiata dalla magistratura, nella gestione di una serie di società sequestrate agli imprenditori Rappa tra le quali la concessionaria Nuova Sport Car. Secondo la Procura, ci sarebbero state irregolarità nel pagamento dei compensi ad alcuni collaboratori di Virga e nella vendita delle macchine della concessionaria acquistate a prezzi di favore da amici e conoscenti dell’imputato. A Lupo si contestava, invece, il reato di corruzione: l’allora parlamentare, per i pm, avrebbe dato a Virga una consulenza di duemila euro in quattro mesi per redigere un disegno di legge sui beni confiscati in cambio di un contratto di collaborazione con Trm, l’emittente allora sequestrata ai Rappa e finita in amministrazione giudiziaria, alla futura moglie, la giornalista Nadia La Malfa.

Un processo sfociato in una sentenza di primo grado.

Il fatto risale al 2015, nel 2018 è avvenuto l’interrogatorio e nel 2019 c’è stato l’avviso di conclusione delle indagini. Fondamentalmente l’indagine che ha coinvolto il consigliere comunale di Palermo è basata su due intercettazioni telefoniche che nascevano dal processo madre, quello riferito a Saguto, e che videro come protagonista Virga e che fecero sorgere il dubbio di illeciti relativi alla compravendita di macchine e da lì in poi una serie di intercettazioni a cascata per molti personaggi.

Virga in quel momento momento era l’enfant prodige di una influente amministrazione giudiziaria, era professore a contratto di Legislazione dei beni confiscati e per questo l’allora deputato regionale Lupo, che pensava ad una normativa in materia, aveva incaricato l’avvocato di fare una consulenza. Subito dopo è scoppiato lo scandalo Saguto nel quale era coinvolto lo stesso Virga e per questa ragione a quest’ultimo venne immediatamente revocata la consulenza, tra l’altro di pochissime migliaia di euro. Peraltro, “l’incarico di consulenza non fu mai perfezionato e l’Ars non pagò neppure un euro”.

“Secondo l’accusa – spiega Gerbino- il pagamento della consulenza con fondi pubblici (ma anche la sola promessa di incarico) avrebbe costituito corruzione, se collegata a favorire la La Malfa”.

“In realtà è stato dimostrato con carte alla mano che il rapporto di La Malfa con Publimed nacque in epoca non sospetta”.

La difesa è stata difficile per via di sovrapposizioni di tipo politico: si tratta di un personaggio dalla levatura come quella di Lupo – dovuta all’esposizione pubblica – e che a seguito di quel fatto non partecipò alla competizione elettorale per il seggio all’Ars, dato che il Pd decise di non candidarlo. L’esistenza di un processo penale ha influenzato le scelte di partito e la vita pubblica di Giuseppe Lupo che avrebbe potuto proseguire la sua attività legislativa e istituzionale all’interno del parlamento regionale e al servizio della comunità.

Adesso c’è in ballo la sfida delle Europee e il fatto che la sentenza sia arrivata prima permette a Lupo di potersi candidare a Bruxelles.

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