La protesta degli oltre 5.000 precari siciliani ASU per la stabilizzazione è partita da Sant’Agata Militello. A deciderlo stamane, l’assemblea dei delegati dei Comuni dei Nebrodi convocata dal sindacato autonomo CSA alla presenza dei dirigenti sindacali Clara Crocè e Salvatore Mezzopane.
Entro il 2020 dovranno essere completate tutte le procedure di stabilizzazione per i lavoratori ASU della Sicilia e la CSA non perde di vista Palazzo dei Normanni. La proposta è stata approvata in V Commissione grazie alla revisione del maxi emendamento e il prossimo passaggio sarà in Aula.
“Abbiamo avviato un percorso e andremo fino in fondo, fino all’esecutivo nazionale e, ovviamente, confrontandoci con la classe politica locale -hanno sottolineato Crocè e Mezzopane. – Si è costituito il coordinamento degli ASU della CSA per far partire le rivendicazioni nei confronti del Governo regionale e adesso non daremo tregua fino a quando non otterremo la stabilizzazione di tutti questi lavoratori”.
I dati degli ASU siciliani, del resto, parlano chiaro: un esercito di 5.200 lavoratori impegnati nella pubblica amministrazione, con il 50 % dei quali impegnato nei comuni dei Nebrodi. Una situazione paradossale di lavoro e precariato all’interno degli enti locali siciliani, che dura da oltre 20 anni.
Nei numerosi incontri degli ultimi anni con le amministrazioni che si sono via, via avvicendale, Clara Crocè ha sempre contestato alcuni contenuti dell’articolo 11 della Legge Regionale 8/2017, perché non risultavano chiare le procedure per l’individuazione degli enti destinati ad assorbire i lavoratori e le modalità di utilizzo degli stessi.
Pur avendo denunciato che l’individuazione del personale non poteva essere lasciata nelle mani delle cooperative (una novità introdotta dall’ex dirigente generale del Dipartimento Lavoro Parrinello e dal dirigente del Servizio Volante) e che ancora oggi molti lavoratori ASU prestano la propria attività attraverso protocolli di intesa con le coop, che continuano a chiedere loro il pagamento delle assicurazioni e delle quote sociali, nulla ancora si è mosso.
Le tutele minime richieste dalla CSA per i lavoratori ASU da stabilizzare prevedono l’assunzione con contratti a tempo indeterminato non inferiori alle 18 ore settimanali e un compenso netto non inferiore a quello percepito come LSU.