Buongiorno cari lettori, oggi mi sono proposta di riflettere sul modo in cui i bambini piccoli reagiscono alla perdita temporanea della madre, in modo da dare anche qualche utile suggerimento ai genitori che si trovano in situazioni critiche. Sebbene il paesaggio familiare possa essere facilitante e sano, per alcuni bambini, il distacco dalla figura materna è difficile e doloroso sia per loro sia per i genitori che li vedono piangere e gridare quando li accompagnano a scuola.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità è essenziale, per la salute mentale dell’infante, sperimentare un rapporto caldo, intimo e ininterrotto con la madre, nella quale entrambi possano trovare appagamento. Come ha ben detto Freud nel 1934, fino ai sette anni circa, ogni creatura umana tende a essere vulnerabile ed è proprio in quella fase della vita che si contraggono le nevrosi che condizionano, poi, l’intera esistenza.
La separazione dalla madre può essere traumatica specialmente se un bambino viene posto in un ambiente troppo diverso ed estraneo rispetto a quello familiare. Per ridurre al minimo l’intenso disagio vissuto dall’infante e promuovere in esso l’istintivo processo di adattamento, è fondamentale che le maestre siano calde, accoglienti, pazienti, carine e simpatiche. Quei comportamenti di evitamento, disperazione estrema, rabbia e impossibilità a essere calmati esibiti da alcuni bambini dopo un distacco materno, devono essere letti come il risultato di strategie adottate per assicurarsi la sopravvivenza (Darwin).
Man mano che i bambini crescono, deve diminuire la porzione di giornata in cui si tengono a contatto con la madre. Non esiste un’età uguale per tutti ma le modalità sono più o meno quelle. Cambiano a seconda delle attitudini e delle tendenze caratteriali dei bambini oltre che dei copioni comportamentali che vivono giornalmente con i familiari. Un bambino che ha dei potenziali ed è creativo e che vive in una famiglia che ha una vita sociale attiva non può essere come un bimbo cognitivamente pigro e con uno specchio familiare chiuso alle relazioni interpersonali.
Per potersi staccare dalla madre, occorre che si trovino delle figure femminili, delle persone guida che possano sostituirla e farlo sentire protetto e amato in simile misura. È, inoltre, importante accompagnare con le giuste spiegazioni e parole tutte le esperienze che il bambino fa. Quello che vive è un vero e proprio dramma proporzionato alla sua età mentale e cognitiva.
È un segnale importante che non ha raggiunto un’adeguata sicurezza di sé e delle figure di accudimento che sostituiscono la madre in sua assenza. Il bambino, in altre parole, non si fida, non si sente protetto e accolto nel modo opportuno. Questo è segno per gli adulti che devono modificare il loro atteggiamento, comportamento e, magari, arricchire le attività ludiche.
Ci sono, poi, dei semplici esercizi quotidiani da eseguire, consistenti nel lasciare dei compiti sempre più difficili al bambino che lo aiutino ad acquisire autostima e consapevolezza che può farcela anche senza la madre. Durante i compiti la madre deve esserci e no, al tempo stesso. Deve allontanarsi e lasciare il bambino con qualcuno di fiducia e il tempo del distacco deve essere via via sempre maggiore.
I compiti assegnati devono fare sentire il bambino valorizzato, appagato, soddisfatto di avere appreso qualcosa di nuovo e di aver prodotto qualcosa di bello, per esempio, un quadro. È un’importante strategia per dargli fiducia e fargli capire che sta diventando grande. Alle maestre è utile consigliare il modo migliore per rapportarsi al bambino, invitarle a casa, farsi vedere in sintonia con loro. L’obiettivo è di aiutare il bambino ad acquisire fiducia, sicurezza e abitudine. I tempi di adattamento sono diversi per tutti ma sono inevitabili. Parola di Wonder Dod Woman.