Sotto il sole d’agosto si prepara il futuro di due delle Autorità Portuali più strategiche del Paese: mare di Sicilia Occidentale che con la rivoluzione di Pasqualino Monti ha assunto un’indiscutibile centralità nel Mediterraneo e quella dello Stretto di Messina che, in vista della realizzazione del Ponte assumerà sempre più ruolo determinante. Ecco perché le scelte che il Ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture Matteo Salvini farà nei prossimi mesi saranno fondamentali. Entro il 30 settembre dovranno essere presentate le candidature ai vertici di nove Authority che in base al bando pubblicato dal MIT a fine luglio andranno al rinnovo. La data di scadenza per la presentazione delle candidature, inizialmente prevista per il 10 settembre è stata prorogata al 30 settembre (QUI) con un provvedimento dell’8 agosto.
In gioco ci sono le presidenze delle Autorità di Sistema Portuale (AdSP) di
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Mare Adriatico orientale;
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Mare Adriatico meridionale;
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Mar Ligure occidentale;
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Mar Ligure orientale;
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Mar Tirreno centro-settentrionale;
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Mare di Sicilia occidentale;
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Dello Stretto
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Mare Ionio;
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Mare Adriatico centro-settentrionale.
Le normativa prevede che i presidenti delle Authority siano nominati dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, d’intesa con il presidente della Regione o i presidenti delle Regioni interessate (parere non vincolante), sentite le Commissioni parlamentari e che sia “scelto fra cittadini dei paesi membri dell’Unione europea, aventi comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”. Da qui l’avviso di manifestazione d’interesse emanato a fine luglio.
I candidati potranno presentare la manifestazione d’interesse tramite l’invio del proprio curriculum vitae ENTRO IL 30 SETTEMBRE 2024 secondo le modalità indicate nel bando consultabile all’interno della sezione “bandi di concorso” del portale “amministrazione trasparente”.
Tra le nove AP da rinnovare ci sono le due siciliane e i riflettori saranno tutti puntati sul totonomi che si scatenerà quanto prima. Da scegliere ci sarà il successore di Pasqualino Monti, compito non facile visti gli straordinari risultati dal 2017 ad oggi del presidente dell’AP della Sicilia Occidentale (da un anno anche amministratore delegato Enav) che ha letteralmente rivoluzionato e lanciato in ottica internazionale l’ente. Riflettori accesi anche sulla futura presidenza dell’AP dello Stretto, guidata dal novembre 2023 da un commissario, il controammiraglio Antonio Ranieri, dopo la fine del mandato di Mario Mega.
Il pallino è in mano a Salvini ed alla Lega, nell’ambito di un confronto con gli alleati del centro destra. Stiamo parlando di nomine tecniche ma la scelta è tutta politica. Nell’autunno delle nomine quindi rientreranno anche queste. La decisione è del ministro, d’intesa con il presidente della Regione o con i presidenti delle Regioni interessate (come nel caso dell’AP dello Stretto). L’intesa non è vincolante ma i partiti dovranno trovare un accordo magari all’interno di uno scacchiere più ampio.
Per la Sicilia Occidentale serve il parere di Schifani mentre per l’AdsP dello Stretto (che include anche i porti di Villa San Giovanni e Reggio Calabria) l’intesa deve essere doppia, con Schifani e con il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. L’Autorità Portuale dello Stretto, alla luce di numeri da record di navi da crociera che attaccano a Messina ma soprattutto con la realizzazione del Ponte che è tra le priorità del ministro Salvini diventerà sempre più strategica ed è in quest’ottica che la Lega farà valere il suo peso (non dimentichiamo che il senatore messinese Nino Germanà è da poco diventato coordinatore regionale del partito).
Si cercherà quindi l’intesa tutta interna al centro destra. La nomina targata M5S di Mario Mega alla guida della neonata AP dello Stretto nell’estate 2019 durante il governo giallorosso non vide l’ok dei presidenti di Regione. L’allora presidente Musumeci la contestò sul piano delle competenze e impugnò la scelta al Consiglio di Stato (e non nominò mai il componente del Comitato portuale), mentre il presidente della Regione Calabria Oliverio (Pd) contestò la nascita stessa dell’AP a “svantaggio” del porto di Gioia Tauro e la questione finì all’attenzione della Corte Costituzionale (tanto che ci fu l’appello della ministra dem Paola De Micheli per rasserenare gli animi).
La nomina di Mega, firmata dall’allora ministro Toninelli, passò dal vaglio della Commissione parlamentare ed è rimasto alla guida dell’AP fino ad ottobre 2023 tra polemiche e rapporti non idilliaci con il presidente Musumeci.
Diverso il caso dell’AP della Sicilia Occidentale che con “l’era Pasqualino Monti” è stata proiettata in una logica strategica ed internazionale.