Magari avrà contato a uno a uno interruzioni e cantieri. Magari poteva scrivere in un giorno diverso da quello in cui, dopo quasi tre anni, l’Anas fa ripartire la narrazione infinita sui lavori del viadotto Himera.
Fatto sta che Nello Musumeci, dopo aver preso carta e penna, ha fissato in una lunga lettera, contenuti chiari e concetti espressi senza molti giri di parole.
Al presidente dell’Anas, Ennio Cascetta, per segnalare le pessime condizioni della viabilità sull’autostrada Catania-Palermo e lo ‘stato di abbandono di alcuni cantieri lungo la stessa arteria’, ha così scritto: “Mentre apprendo con piacere la notizia dell’aggiudicazione dei lavori per la ricostruzione del viadotto Imera sull’autostrada Palermo-Catania – scrive Musumeci – sento il dovere di manifestare il mio vivo disappunto per il perdurare delle pessime condizioni della viabilità lungo la A19, Catania-Palermo”
Il presidente della Regione poi aggiunge dettagliatamente “Tale arteria è al momento interessata dall’attività di ben undici cantieri. Di essi, soltanto 7 sono attivi, mentre i rimanenti 4 sono in stato di sospensione”.
Fatti che, secondo Musumeci, producono “gravi conseguenze, prime fra tutte i concreti pericoli e gli indicibili disagi patiti dai viaggiatori abituali, costretti per lungo tratto all’utilizzo di un’unica carreggiata, a doppio senso di circolazione. Mi chiedo – prosegue – se non ritiene che sarebbe più logico, e anche più opportuno, accelerare il completamento dei lavori e la chiusura dei relativi cantieri, da una parte, e rafforzare il personale occupato in ciascuno, magari utilizzando anche le ore notturne”.
Non meno dura della lunga premessa, la conclusione: “Ma Le chiedo, soprattutto, se ritiene di condividere l’amarezza che, dando voce allo stato d’animo dei moltissimi siciliani costretti a percorrere la succitata arteria il presidente della Regione con questa nota ha voluto esprimerLe, comunicandoLe altresì che ogni futuro rapporto tra la Sua Azienda e questo nuovo Governo non potrà prescindere da una condotta dell’Anas improntata a maggiore efficienza e senso di responsabilità”.
Nella geografia del traffico isolano per quanto riguarda, invece, il CAS (consorzio autostrade siciliane) non mancano alcune segnalazioni di rilievo. Il consorzio è stato a lungo uno di quei posti da dove comandare in funzione delle esigenze del momento dei ras del territorio reclutati dalla politica. Oggi, che tutti i nodi sono venuti al pettine, il Cas, è un’azienda senza soldi che prova a portare avanti il proprio lavoro. Per come ci riesce.
Le polemiche sono messe in conto, adesso che il rigore non si sceglie, ma si deve praticare nella Sicilia in cui strade ed autostrade sembrano fatte apposta per fare scivolare i massi di Sisifo.
Il nuovo corso guidato da Musumeci si scontra con il non trascurabile dettaglio dei soldi in cassa che non ci sono e con la fusione con Anas affondata lo scorso anno dal parlamento siciliano.
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