Troppi disagi e ritardi. Questa è la fotografia delle autostrade siciliane. Cantieri aperti e infiniti; mai chiusi. Una Sicilia quasi spaccata in due una querelle tra la Regione Siciliana e Anas che in questi giorni ha riempito le pagine della cronache siciliane. Ma è una corsa contro il tempo, con ponti e gallerie su cui non c’è nessun controllo.
L’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone interpellato da ilSicilia.it lancia l’ultimatum ad Anas: “Se continuano questi disservizi e ritardi saremo il primo governo della storia in Sicilia che farà causa all’Anas. Porterò tutte le carte in Tribunale”.
E anche nelle strade interne la situazione non è delle migliori. Giorni fa gli uffici dell’ex Provincie fanno recapitare all’assessorato alle Infrastrutture una fitta documentazione su circa mille tra ponti e viadotti che necessitano in modo urgente di un controllo. Tutto questo può far pensare ad un rischio crolli. La Regione attraverso un avviso pubblico avrebbe già individuato periti e tecnici per effettuare i rilievi. Anche il Consorzio autostrade siciliane sta concludendo un avviso da 4 milioni di euro per incaricare tecnici esterni e avviare un monitoraggio straordinario di ponti e gallerie.
E nel ‘disastro’ strade siciliane uno dei protagonisti è la lentezza della chiusura dei cantieri che la stessa Anas dà in appalto alle ditte. Una delle motivazioni? Una serie di contenziosi tra Anas e le aziende che dovrebbero lavorare nelle autostrade siciliane. Ma non è solo questo il problema.
“L’anas affida il lavori attraverso la procedura di accordo di Quadro”, sottolinea l’assessore Falcone. In pratica i lavori verrebbero affidati cioè attraverso gare senza individuare la categoria del lavoro stesso.
Una ‘Odissea’ che va avanti da troppo tempo. L’ultimo episodio è stato quello del caos che si è determinato lungo il percorso alternativo all’autostrada Palermo-Catania. Un tragitto obbligatorio per i mezzi pesanti, dopo che il viadotto Cannatello è stato considerato a rischio crollo.
“Sulla A19 – spiega ancora l’assessore – ci sono cinque deviazioni con cantieri aperti e abbandonati, come i viadotti Mulini, Giardinello, Rossi. Il viadotto Giardinello doveva essere fatto in 90 giorni, è abbandonato da otto mesi”. E questi sono solo alcuni esempi dei quasi 70 cantieri aperti da Anas nelle strade siciliane.
“Noi non vogliamo avere polemiche con Anas, ma devono rispettare i tempi e gli impegni previsti”, continua Falcone. Due sono gli appuntamenti politici fissati in agenda dal’assessore alle Infrastrutture per questa problematica che attanaglia i siciliani. Il 22 gennaio è prevista una seduta della quarta commissione dell’Ars presieduta da Giusi Savarino a cui dovrebbero prendere parte il vice ministro Giancarlo Cancelleri, lo stesso assessore Falcone e il direttore regionale di Anas Valerio Mele. Mentre il 29 gennaio ci sarà un incontro tra il governo regionale e il ‘gotha’ dell’Anas . Oltre al presidente Musumeci e all’assessore Falcone sarà presente anche il Ceo di Anas Massimo Simonini.
E lo svincolo di Enna sull’autostrada A19? Anas vorrebbe chiuderlo per due anni a causa dei lavori di rifacimento strutturale. L’inizio del cantiere dovrebbe essere previsto per la fine di marzo e comporterebbe notevoli impatti sulla viabilità. Il costo dell’operazione è pari a 15 milioni di euro.
“Noi ci siamo opposti alla chiusura dello Svincolo” tuona Falcone. “Rischiamo di spaccare davvero la Sicilia in due. Prima Anas chiuda almeno quattro cantieri autostradali. Poi ne riparleremo. Con la lentezza dei lavori eseguiti da Anas, rischiamo di avere i cantieri aperti sullo svincolo di Enna anche durante le prossime elezioni regionali”.