Carissimi,
Sapete come accade spesso quando in un contesto circoscritto ci si trova a perdere tempo nell’attesa di qualcosa e si sente la necessità di parlare con qualcuno, anche con lo sconosciuto che è seduto accanto a voi, pur di avere qualcuno che ascolti i nostri pensieri a voce alta.
È capitato anche a me e pur di non parlare da solo, non sono pazzo, odiando il telefonino, ho iniziato a parlare seduto in quella panca mentre accanto a me, con la sua bocca stretta a salvadanaio, il mio vicino mi guardava e “tistiava”, trovando ogni tanto il coraggio di aprir bocca per dirmi… A virità!
Mi sentivo un opinionista e avrei voluto che quel momento non terminasse mai perché ne avevo di cose da dire, ce ne erano cose che secondo me non funzionavano, eppure guardavo il mio uditore, (avvolto da quel suo vecchio cappotto, le scarpe grandi e usurate, una faccia con la barba dura non fatta da almeno un paio di giorni, i suoi capelli scuri, spettinati e chi sa quanti pensieri per la testa di bollette scadute, di figli irrealizzati, di matrimoni andati a male e di tanta, tanta precarietà), ogni tanto stringere quelle sue labbra sottili, voltare lo sguardo verso di me spalancando gli occhi, sollevando le spalle e ripetere… A virità!
Ero nel pieno della discussione, avevo toccato il fulcro del discorso quello che avrebbe dovuto scatenare la massima indignazione quando il mio uditore ebbe un sussulto e mi chiese: “scusi hanno chiamato il 74, è il mio turno, mi stia bene!”
Gli dovevo stare bene, sarebbe bastato che io gli stessi bene perché era arrivato il suo turno.
E dire che io già pensavo di essere alla vigilia di una nuova rivoluzione di ottobre, di sollevare le masse, gli insoddisfatti ed invece ero rimasto con la soddisfazione di aver avuto certificato …A virità, come se …A virità fosse un concetto assoluto, come se la verità potesse essere una per tutti.
Avrei potuto parlare di tutto e del contrario di tutto, di un sindaco che era all’altezza della sua fama o di un sindaco inadeguato, di una città vivibile e sicura o di una città devastata e mal curata e soprattutto pericolosa, di amministratori inadeguati o della migliore squadra di persone mai viste sulla terra, avrei potuto propormi come uomo della provvidenza o presentarmi come cazzaro, avrei potuto parlare dell’eden per i nostri giovani o di una citta da cui fuggire via fin che si era in tempo, capii a quel punto che la sua risposta sarebbe sempre stata …A virità!
Il problema era mio, come di tutti quelli che tengono sempre acceso il cervello e la sua rumorosità gli fa compagnia nelle nottate, quando ad occhi sbarrati si guardano le ombre nel tetto per il passaggio delle macchine per strada, alla luce dell’illuminazione pubblica.
Tanto riflettere per tornare alla fine sempre a quel concetto di base, A virità!
Ci sta tutto bene perché è nel grande casino che germogliamo e sopravviviamo tutti a qualunque livello, nessuno si può lamentare di chi lo governa e chi lo governa lo sa, perché il grosso è giungere li a farsi eleggere in compagnia di gente da poter manovrare, perché l’insaziabilità dell’essere umano è risaputa e il denaro compra moralità e scrive le storie, quelle che si dovranno leggere e quindi non chiedetevi cosa può fare “l’America per voi”, rischiate che vi denunci e vi porti in tribunale se fate il vs dovere, perché gli altri vi guarderanno infastiditi e penseranno …Ma quannu a finisci?
Non lo vedi che s’ha da fare per campare? Così la commedia dell’arte continua e noi dobbiamo solamente sapere non da quale parte stare, poiché oggi le parti sono tutte uguali, ma che parte recitare, perché quella è la cosa importante, stabilire e scegliersi un ruolo che non sia mai quello dell’eroe, per quello ci sarà sempre un anniversario da onorare, perché gli eroi sono tutti morti chi è rimasto ha trovato il suo giusto prezzo e quindi non chiedetemi perché non sono preoccupato se per il momento tutti nel vapore litigano e stimolano in altri la paura dell’abbandono.
“Questo è il significato del me ne fotto”, la barca è stata comunque modernizzata ed innovata progettualmente per giungere in autonomia in porto alla scadenza pattuita dei cinque anni, qualunque cosa accada, adesso l’importante è stare attenti a chi venderemo i biglietti per la prossima corsa. A virità!
Un abbraccio, Epruno.