Con l’accusa di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio è finito agli arresti domiciliari un imprenditore di Gela, B.G.M. di 51 anni, mentre ad altri sette indagati sono state notificate misure interdittive consistenti nel divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche per la durata di un anno.
I provvedimenti, eseguiti dalla Guardia di finanza, sono stati emessi dal gip del Tribunale di Gela, che ha disposto anche il sequestro preventivo di una società con sede operativa a Gela, il cui valore complessivo si attesta sui 3 milioni di euro.
Nel corso delle indagini sono emerse condotte distrattive perpetrate dall’amministratore delegato già a partire dal 2012, per oltre 2 milioni di euro, nonché del complesso aziendale della società fallita, gravata da una rilevante esposizione debitoria pari a circa 5 milioni di euro, conducendola alla decozione e trasferendone l’operatività sana in una nuova società operante nello stesso settore.
La condotta illecita, ideata dal principale indagato è avvenuta in concorso con il liquidatore della fallita e con l’amministratore unico e legale rappresentante della nuova società, solo formalmente con sede a Catania ma operativa a Gela.
Le indagini hanno inoltre accertato responsabilità a carico dei componenti del collegio sindacale della società fallita, che avrebbero omesso di esercitare gli obbligatori doveri di vigilanza e controllo sull’amministrazione della società, così concorrendo nelle condotte distrattive contestate.